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Buon compleanno Vasilijuk

9 Dicembre: 5 morti sul lavoro nello stesso giorno, il più vecchio aveva 37 anni; quando porremo fine a questa vergogna?
Vasilijuk ne aveva diciotto, questa è la sua storia. 

Vasilijuk aveva diciott’anni e quello era il giorno forse più importante della sua vita.

Non doveva partecipare a Roma al ballo delle debuttanti e l’emozione non era quella delle ragazzine di buona famiglia che partecipavano a questa festa molto esclusiva rivestita, forse per pudore, di una sottile vernice di solidarietà, ma quella di un ragazzo che sapeva che quel giorno avrebbe deciso il suo futuro. Il suo futuro di uomo e di lavoratore perché quello era il suo primo giorno di lavoro.

In Ucraina la miseria ti resta attaccata addosso e mamma Olga aveva dovuto aspettare due anni prima che il marito Victor, fra un cantiere e l’altro, fra lavori saltuari e talvolta malpagati arrivasse a scrivere finalmente la lettera che la chiamava in Italia. E Olga era arrivata, con l’inquietudine di arrivare in un paese nuovo e sconosciuto ma con l’entusiasmo di chi vede la prospettiva di un futuro migliore, e aveva trovato subito un lavoro in alcune famiglie, facendo quelle cose che oramai in occidente non vuole fare più nessuno. La famiglia si era sistemata a Murano ed ora, dopo altri due anni di sacrifici, finalmente la famiglia poteva riunirsi di nuovo con l’arrivo di Vasilijuk, il figlio più piccolo.

A Murano il lavoro rimane nelle fabbriche delle “conterie”, quei minuscoli pezzi di vetro colorati con cui si fanno collane, addobbi, tende. Quelle piccole perline colorate che si esportano in tutto il mondo e che riescono ancora a dare occupazione su questa piccola isola della laguna veneziana.

Vasilijuk aveva già organizzato una festa con i suoi nuovi amici ucraini ed italiani per festeggiare questo suo ingresso nel mondo del lavoro, per celebrare questa speranza di una vita migliore qui, in Italia, assieme alla sua famiglia.

A Murano, una minuscola isola della laguna veneta ma famosa per i suoi abili artigiani del vetro, cominciano ad arrivare anche molti turisti ed accanto ai forni e alle botteghe si cominciano a costruire strutture turistiche di accoglienza ed anche grandi alberghi.

Per questo era stato assunto Vasiljuk e il suo primo lavoro era lo scavo di un fossato profondo sotto un grande muro per consolidarne le fondamenta. Serviva per la costruzione di un grande albergo, un lavoro semplice che si può affidare anche un giovane non esperto ma entusiasta il suo primo giorno di lavoro, primo giorno di lavoro che fatalmente ha coinciso con l’ultimo della sua vita.

Perché c’è fretta, l’albergo a cinque stelle delle Conterie non può aspettare, siamo in ritardo sui lavori, gli inviti per l’inaugurazione sono già stampati, non c’è tempo per puntellare tutto quanto, per metter in sicurezza, tanto “cosa vuoi che succeda”.

Ed ecco l’incidente, Vasiliuk stupito nella fossa si vede sommergere da una valanga di mattoni, avvolgere in una nuvola di polvere. Il suo primo giorno di lavoro, la sua tragica morte.

Un incidente sul lavoro, così vengono definite queste tragedie che colpiscono con tanta frequenza il nostro paese. Episodi imprevisti, improvvisi che in un attimo trascinano via vite, speranze, affetti. Persone che improvvisamente, in un attimo, smettono di esserlo e diventano numeri, unità, a volte nemmeno nomi ma solo vicende, episodi sfortunati, semplici elementi da statistica, un modo per celare il dolore, per sopire la nostra responsabilità.

Ma dietro a Vasiljuk e a tutti quelli come lui, c’è il dolore delle famiglie, la speranza tradita, la sconfitta di una nazione che non riesce a proteggere chi offre il proprio lavoro per il benessere di tutti, che non sa uscire da questa spirale perversa dei morti sul lavoro, una piaga infinita a cui non sembra esserci mai fine e a cui proprio gli immigrati pagano il prezzo maggiore.

Don Nandino Capovilla, parroco dell’isola di Murano, isola che lui definisce fisiologicamente e pericolosamente isolata dal mondo, ha ricevuto l’invito in pergamena all’inaugurazione del grande albergo con stampati in rilievo i loghi di tutte le imprese edili. Lo aspettano per l’inaugurazione e la benedizione del grande edificio ma lui ha dichiarato che non andrà. Nell’occasione andrà invece a trovare la famiglia Vitalij, il babbo e la mamma di Vasilijuk, una di quelle famiglie di immigrati che non vengono nel nostro paese per rubare o spacciare droga come ci vuole far credere un certo tipo di propaganda razzista, ma solo per cercare per i loro figli una vita almeno dignitosa, in fuga dal destino di miseria materiale e morale a cui la nascita in certi luoghi purtroppo ti condanna.

In questi giorni è alle battute finali il processo che vede indagati i vari responsabili delle ditte costruttrici, processo che si trascina fra scarichi di responsabilità, rimpalli di competenze, cavilli burocratici, con la verità e la giustizia che trovano fatica a farsi strada.

Lui avrebbe compiuto venti anni proprio in questi giorni: buon compleanno Vasilijuk!

 

 

 

 

Commenti all'articolo

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.99) 10 dicembre 2008 22:41

    Ciao Vasilijuk, sono terribilmente dispiaciuto che non abbiamo potutto festeggiare il tuo compleanno, nessuno più di te meritava un festeggiamento per i primi traguardi raggiunti nella tua breve vita.
    Purtroppo qualcuno non la pensa come me.
    Qualcuno che ha le tasche piene di sghei ha deciso che il tuo lavoro doveva andare avanti ad ogni costo, senza guardarti in faccia e vedere tutta la gioia di vivere che sprigionavano i tuoi occhi.
    Si, la tua vita che come tutte le altre aveva diritto di essere vissuta fino in fondo, e poter godere di qualche soddisfazione con la tua famiglia che tanto ha sofferto fino ad ora.
    Purtroppo questa tua gioia di vivere di scoprire il mondo è stata spenta in terra straniera.
    In questo paese dove le istituzioni sanno solo riempirsi la bocca di parole ai pubblici comizi, dove un Comune non fa’ nulla per controllare i cantieri e garantirne la funzionalità, dove un ispettorato al lavoro non controlla i lavori e la sicurezza delle fabbriche, dove è invece più importante disperdere risorse per fare multe ad auto e motorini da cui si possono prelevare soldini agli utenti.
    Qualcuno domani avrà ancora il coraggio di dire ’dobbiamo punire chi non rispetta le leggi’.
    Ma allora perchè non lo facciamo prima che ciò accada!!!!
    Quanti cantieri vengono fermati ogni giorno!
    Quante fabbriche vengono chiuse quotidianamente!
    Quanti interventi di denuncia bloccano questi accadimenti di esplicita inosservanza dei regolamenti?
    Nessuno.... E’ gravissimo che non si faccia nulla, che si vada avanti alla mercè di chi ha disponibilità di denaro per superare anche i controlli e permettono di distogliersi dagli impegni della sicurezza.
    Politici ed amministratori, fate un profondo esame di coscienza e domani non dite una parola, fateci il favore di stare zitti, perchè fino ad ora avete detto troppo e fatto...nullaaaaaa.


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