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Berlusconi, Mastella, Marrazzo: perché l’unico che si è dimesso è quello non indagato

Per fare il punto della situazione basta partire non da troppo lontano, da quel 16 gennaio 2008, data delle dimissioni di Clemente Mastella. Un Ministro della Giustizia con la moglie agli arresti domiciliari? IMPENSABILE.


"In questo momento è più importante stare accanto a mia moglie", dichiarò il Ministro della Giustizia dimettendosi, tra centinaia di perplessità della sua stentata maggioranza, tra decine di ministri che gli voltarono le spalle e tra pochissimi atti di solidarietà: cadendo Mastella e l’Udeur, cadde il Governo.

Fiumi di Champagne e Mortadella in Senato per tutti.

Qualcuno osò sigillare in casa Lady Mastella: proprio lei, moglie del Guardasigilli Nazionale, era accusata di tentata concussione. Tredici giorni dopo sembra tutto apparentemente finito: le vengono revocati gli arresti domiciliari.

Ma se Clemente sussurrò al Vento, il Vento gridò alla Tempesta.

Una ventina di mesi dopo, circa dieci giorni fa, l’accusa per la moglie è raddoppiata: concussione e corruzione. L’inchiesta ora vede 63 indagati ed un file con 650 raccomandati all’Arpac, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente. Se l’anno scorso fu obbligato a Sandra Lonardo di non lasciare la residenza, ora ironia (?) della sorte, le viene obbligato il contrario: divieto di dimora nella Regione Campania. I coniugi Mastella sono accusati di favorire le clientele politiche dell’Udeur, e Clemente, ora eurodeputato del PDL dichiara, "Non ho mai preso una lira, ho solo segnalato povera gente".

Delle dimissioni, nemmeno l’ombra. E sembra che nemmeno qualcuno le abbia richieste. Calma piatta. Dello champagne e della mortadella nemmeno l’odore.

Ma presto il PDL si farà sentire e come, ma questa volta, senza baccanali.

Passano solo 5 o 6 giorni ed arriva l’uragano Marrazzo sulla Regione Lazio. Il presidente della giunta regionale, in quota PD, sarebbe stato filmato da alcuni carabinieri in borghese, in camicia, ed in compagnia di un trans. I quattro carabinieri sembra siano quattro mele marce, e vengono arrestati con l’accusa di estorsione. Alcune indiscrezioni investigative parlano di denaro offerto da Marrazzo e non estorto, ma tant’è che nell’una o nell’altra ipotesi, la Procura di Roma dichiara che Marrazzo, sebbene sia stato ascoltato come parte offesa:"Non è indagato e non è stato convocato". Il Presidente Laziale prima dichiara "Resto al mio posto", poi si autosospende, passando tutti i poteri nelle mani del vice-presidente Montino. Infine si dimette, a pochi giorni dallo scandalo, dichiarando: "Soffro troppo per restare".

Sebbene il Ministro Maroni (della Lega Nord!) al contrario di Casini, abbia invitato Marrazzo a restare al suo posto, è da ricordare come il PDL abbia partecipato attivamente alla debacle del Presidente Laziale in quota PD, dichiarando che l’autosospensione sarebbe stata illegale: il capogruppo al Senato Gasparri ha anche dichiarato, che il PDL sarebbe stato pronto ad azioni legali. Comunque, tutto sommato, le dimissioni di Marrazzo hanno placato gli istinti giustizialisti di Gasparri: la regione Lazio andrà al voto dopo 135 giorni dalle dimissioni del suo Presidente, 90 per i decreti di indizione dei comizi elettorali e 45 per indire i comizi.

Ma il vocione grosso, sempre in tema di dimissioni, si è potuto ascoltare ieri: Berlusconi ha dichiarato a Bruno Vespa: "Se mi condannano, non mi dimetto. Resisterò per il bene dello Stato".


Notate com’è strano parlare di dimissioni nel nostro Paese.

Berlusconi le esclude a priori, anche perchè, ovviamente, se volesse farlo non ci sarebbe nulla da attendere. Quel "Se" non solo è studiato, è soprattutto superfluo, perchè è già stato condannato: se l’avvocato Mills è stato condannato a 4 anni e 6 mesi, ora anche in appello, perchè fu corrotto dalla Fininvest, bisognerà aspettare non tanto il 27 novembre, ma soprattutto la prescrizione, per dire "La Fininvest, cioè Silvio Berlusconi"?

Alle elementari ti insegnano in due o tre ore come si passa una frase dalla forma intransitiva a quella transitiva (Mills è stato corrotto da Tizio e Caio, Tizio e Caio hanno corrotto Mills), la giustizia italiana impiega settimane o mesi, anzi anni, per farlo.

E Berlusconi vuole anche riformarla: ha accusato in diretta a Ballarò che i Pm sono Comunisti. Gli stessi Pm ai quali forse si rivolgerebbe il meticoloso Gasparri, per denunciare "il palese abuso dell’istituto della sospensione che verrebbe commesso da Marrazzo e da tutti coloro che condividono questo percorso".

Invece di decifrare lo scandalo laziale poi, mi sembrerebbe più facile risolvere il cubo di Rubik in 10 secondi : il punto è che Piero Marrazzo, non risulta né indagato né condannato, ma si dimette. Per forza. Subito. Ma sembra sia stato costretto. Ok, ma da chi?

Se fosse stato per delle sue questioni personali, dovute a motivi familiari, il discorso esulerebbe da qualsiasi altra considerazione: Marrazzo si è dimesso perchè si è voluto dimettere. Basta.

Ma politicamente parlando, non capisco com’è che mentre da un lato il PDL, il partito opposto, con Gasparri ha sfoderato la sciabola dell’illegitimità dell’autosospensione, dall’altro lato il PD faceva peggio del PDL: prima di tutto non ha difeso in nessun modo uno dei suoi esponenti principali dallo sciacallaggio mediatico; poi, nel momento in cui il presidente laziale decide di autosospendersi, e non di dimettersi, già circolavano addirittura i nomi del suo probabile sostituto per le future elezioni regionali: Gasbarra o Veltroni, Sassoli o Melandri.

Il PD non sa fare squadra. Tanto basta per capire quanto siano fragili e di convenienza, i rapporti e le sinergie tra i suoi esponenti. Allora veramente come Rutelli non capisco come sia riuscito non solo a nascere, ma a durare fino ad oggi.

Così come la vicenda Mastella. L’ex Guardasigilli dichiarò: "Solo Vannino Chiti è venuto in aula con me la mattina delle dimissioni, gli altri avevano tutti da fare e queste sono cose che ti segnano". 13 giorni dopo a Sandra Mastella furono revocati gli arresti domiciliari ma oramai il Governo Prodi, senza più maggioranza e senza più poteri in Parlamento, era solo un brutto ricordo, una sola fettona di mortadella, ingurgitata in un solo boccone, da Nino Strano.

Ed oggi che i coniugi Mastella sono di nuovo sotto la spada di Damocle della Giustizia, e lo sono in maniera ancora più grave e pericolosa?

Silenzio Bipartisan. E stavolta ci sono accuse molto più importanti del 16 gennaio 2008. Il PDL ha dimostrato di esserci. In Silenzio. Quello che basta. Senza proclami, senza ingiurie. Mastella questa volta è dalla parte loro.

E’ il PD a non esserci.
E se c’è, è sempre e costantemente nella parte sbagliata.

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