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BCE: Rialzo dei Tassi Variabili ?

Il prossimo 7 aprile potrebbe essere un giovedì nero per molte famiglie italiane. In quella data è stata fissata la prossima riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. All’ordine del giorno c’è l’ipotesi di un rialzo dei tassi “centrali”.

ui mutui già negoziati a tasso variabile, le Federazione dei Consumatori paventano aggravi che potrebbero arrivare fino a 624 euro in un anno.

Se la Bce dovesse procedere ad un rialzo di un quarto di punto farebbe impennare i tassi variabili dal 2% al 2,25% e facendo un rapido calcolo su numeri campione, le rate dei mutui indicizzati subiranno un aumento che andrà da 11 euro al mese, ossia 132 euro l'anno per un decennale di 100.000 euro. Se proviamo a duplicare capitale ed orizzonte temporale, si avrebbero nel caso di un mutuo ventennale di 200.000 euro ed di un rialzo di mezzo punto, un aggravio di 624 euro l'anno, 52 euro in più al mese. (Fonte: Adusbef e Federconsumatori)

In tutto questo l’ “Eurobor 3 mesi” sale all 1,162%, facendo così registrare i massimi da giugno 2009. Perché questo picco? L’Euribor a 3 mesi è salito in modo così importante perchè spinto dalla prospettiva di una stretta monetaria della Bce già ad aprile. Il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti trimestrali - e che viene preso come riferimento dalle stesse banche per indicizzare i mutui - oggi è salito di sei punti base all'1,162%.

Bene, anzi molto male. Ma in ogni caso, occorre che si faccia il punto della situazione.

Nonostante l’Euribor abbia registrato, prima di questo picco, dei minimi senza precedenti, le banche hanno praticato un tasso finito al cliente identico alle fasi precedenti la crisi. Partendo dal presupposto che per “tasso finito” si intende la somma tra il tasso di riferimento (Euribor a 3 mesi) e lo spread praticato dagli istituti bancari, la deduzione è semplice: le banche hanno aumentato lo spread.


E certo! Conviene più avere la certezza immediata di rientrare sui mutui erogati, praticando uno spread più alto, che imbarcarsi in una eventuale operazione di asta giudiziaria, in caso di insolvenza del cliente. Intentare una azione esecutiva, per il recupero coatto dell’immobile ipotecato a garanzia del mutuo erogato, è una procedura lunga ed, a volte, neanche tanto di successo.

Tecnicamente è tutto molto comprensibile.

Peccato, però che gli istituti di credito sarebbero definiti come soggetti economici, che come tali dovrebbero accollarsi una percentuale di rischio di mercato. E già qui non ci siamo, visto che il rischio è completamente scaricato sugli utenti, con la pratica del rialzo dello spread.

Dobbiamo anche, necessariamente aggiungere, che se questo Paese, desse veramente le possibilità di sfruttare le opportunità, che una crisi economica mette a disposizione di imprenditori o semplici uomini di buona volontà, saremmo già fuori dal pantano.

Come pretendere gli investimenti da parte delle piccole-medie imprese se anche in tempo di crisi bisogna pagare gli stessi “tassi finiti” che potevamo permetterci in tempi più floridi?


 

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