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Australia, impennata dei tentativi di suicidio tra i richiedenti asilo di Manus

Dal 2013 l’isola di Manus, appartenente allo stato di Papua Nuova Guinea, è utilizzata dall’Australia come “parcheggio” di richiedenti asilo: le politiche di esternalizzazione della gestione delle domande d’asilo prevedono infatti che le persone dirette via mare verso l’Australia per chiedere protezione vengano trasferite in luoghi remoti (un altro è l’isola di Nauru) dove rimangono spesso a tempo indeterminato.

La situazione a Manus è drammatica: l’80 per cento dei richiedenti asilo presenta acuti problemi di salute mentale.

tentativi di suicidio (12 dei quali portati a termine dal 2013) sono frequenti e hanno conosciuto un’impennata negli ultimi giorni: dal 19 maggio altre 12 persone hanno cercato di togliersi la vita e almeno cinque sono state ricoverate in ospedale.

Un anno e mezzo fa il governo australiano ha sospeso le terapie per le vittime di traumi e torture.

Il primo ministro Scott Morrison, fresco vincitore delle elezioni, ha annunciato l’abolizione del “Medevac bill”, la legge sull’evacuazione medica entrata in vigore appena tre mesi fa, che prevede il trasferimento in Australia dei richiedenti asilo di Manus e Nauru che hanno urgente bisogno di cure mediche.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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