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Assunzioni nei centri per l’impiego: meglio leggere le leggi

Egregio Titolare,

Le propongo un’idea innovativa. Cosa ne direbbe, infatti, se per interpretare le leggi si decidesse di leggerle? Soprattutto se di quelle legge si diviene tra i principali attuatori? Rivoluzionario, no? Perché, sa, Titolare, molto spesso si parla di leggi con molta assunta competenza, ma purtroppo appunto senza averle lette o, comunque, conoscerne il contenuto.

di Luigi Oliveri

È quanto appare dall’intervista rilasciata dal professor Mimmo Parisi a Stefano Feltri su Il Fatto Quotidiano del 5 gennaio 2019, dal titolo “Reddito: così i nuovi ‘navigator’ aiuteranno a trovare un lavoro – Così i ‘navigator’ aiuteranno chi avrà il reddito”

Il giornalista così afferma:

La legge di bilancio ha stanziato i fondi per assumere 4.000 persone, il grosso entrerà in Anpal Servizi, società di Anpal che può assumere come un’azienda privata, senza concorsi.

Questo concetto era stato espresso anche dall’attuale presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte, in un’intervista rilasciata a Rita Querzé sul Corriere del 4 gennaio 2019. La giornalista chiede se i 4.000 dipendenti previsti dalla legge per rafforzare i centri per l’impiego possano essere assunti da Anpal Servizi. Del Conte risponde:

La competenza sarebbe delle regioni. Ma 20 bandi regionali non permetterebbero di assumere entro aprile.

e aggiunge poi

Anpal Servizi dovrebbe assumere questi operatori con contratto a termine. Massimo 12 mesi, come impone il decreto dignità. Anche se di precari ne abbiamo già troppi.

La competenza “sarebbe” delle regioni? Anpal Servizi assumerebbe “il grosso”? Permette, Titolare, di leggere la disposizione della legge di bilancio 2019 (legge 145/2018) che riguarda la questione? Sono poche righe dell’articolo 1, comma 258:

Nell’ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 255, un importo fino a 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 è destinato ai centri per l’impiego di cui all’articolo 18 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, al fine del loro potenziamento e un importo fino a 10 milioni di euro per l’anno 2019 è destinato al finanziamento del contributo per il funzionamento dell’ANPAL Servizi Spa. A decorrere dall’anno 2019, le regioni sono autorizzate ad assumere, con aumento della rispettiva dotazione organica, fino a complessive 4.000 unità di personale da destinare ai centri per l’impiego. Agli oneri derivanti dal reclutamento del predetto contingente di personale, pari a 120 milioni di euro per l’anno 2019 e a 160 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020, si provvede, quanto a 120 milioni di euro per l’anno 2019 e a 160 milioni di euro per l’anno 2020, a valere sulle risorse destinate dal primo periodo al potenziamento dei centri per l’impiego e, quanto a 160 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021, mediante corrispondente riduzione del Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 255. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabilite le modalità di ripartizione delle suddette risorse tra le regioni interessate.

Ora, Titolare, se l’italiano resta una lingua viva e comprensibile, la norma riportata sopra non lascia adito ad alcun dubbio: l’Anpal Servizi non assumerà proprio nessuno. La legge autorizza ad assumere solo ed esclusivamente le regioni, che peraltro potranno anche incrementare la propria dotazione di dipendenti in servizio. E saranno successivamente stabilite le regole per suddividere tra le regioni stesse i 4000 dipendenti.

Certo, la norma può piacere o non piacere. Sicuramente occorreranno 20 bandi ed è da dare praticamente per scontato che entro aprile i nuovi 4.000 dipendenti non saranno assunti: peraltro, nessuno si sta occupando del non secondario problema della carenza letterale di scrivanie, sedie e pc e di spazi nei centri per l’impiego, oggi impossibilitati logisticamente ad assorbire 4.000 nuovi operatori.

In ogni caso, qui si intende sottolineare, Titolare, che l’approfondimento della questione chissà perché affronti un tema, le assunzioni dell’Anpal Servizi (peraltro senza concorsi e con l’esito di creare precariato), quando invece la legge dispone tutt’altro.

Allora, si ribadisce, Titolare: che ne dice se prima di aprire un dibattito su una questione si leggesse con un minimo di attenzione ciò che esattamente dispongono le norme? Troppo difficile?

 

P.S. Caro Titolare, vogliamo provare a stimare quanto tempo occorre per assumere i 4.000 dipendenti?

  1. prima occorre il decreto di ripartizione:
    1. delle risorse alle regioni
    2. dei conseguenti posti per ciascuna di esse;
  2. poi occorre la variazione dei bilanci regionali;
  3. poi, se le regioni utilizzano agenzie per il lavoro, il trasferimento delle risorse a queste agenzie, che a loro volta dovranno variare i bilanci;
  4. di seguito, la modifica del fabbisogno del personale, con l’individuazione dei profili da assumere (nella legge non c’è per nulla indicato che si tratti del “navigator”);
  5. poi, occorre adottare il bando di concorso;
  6. segue la pubblicazione del bando;
  7. bisogna far decorrere il tempo di attesa per presentare le domande (quel mese ci vuole);
  8. deve darsi corso all’espletamento del concorso;
  9. consegue l’approvazione della graduatoria;
  10. si termina la sottoscrizione del contratto e l’assunzione.
  11.  

Tempo ragionevole: un anno. Sempre che nessuno presenti ricorsi al Tar.


È vero che in questo paese riusciamo persino a dibattere su ipotetiche di terzo grado, accapigliandoci e creando fazioni bercianti. Ma ho come l’impressione che questa storia di Anpal Servizi sia voce dal sen fuggita per mettere una toppa pro futuro ad un articolato di legge (quella di bilancio) che deborda di incoerenze ed assurdità, tutte approvate a scatola pressoché chiusa e sottratta al controllo parlamentare. Altre ne leggeremo, di queste assurdità; per ora, mi pare si confermi ad abundantiam che prima arriveranno i soldini, giusto in tempo per comprarsi il voto europeo. L’intendenza, e i navigator, seguiranno. Forse. (MS)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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