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Asessualità: un possibile orientamento?

Una realtà poco conosciuta e che solo negli ultimi tempi ha cominciato a trovare rappresentazione all’interno di una comunità a se stante è quella di persone che si identificano come asessuali: persone in cui l’attrazione sessuale verso l’altro non viene esperita o risulta estremamente debole.

Fu David Jay a fondare nel 2001 l’Aven: Asexuality Visibility and Education Network, un sito Americano in cui facilitare lo scambio e il confronto tra persone asessuali e grazie al quale la comunità asessuale ha iniziato ad attirare maggiore attenzione e riconoscimento.

La versione italiana del forum (Aven ITALIA) è nata quattro anni dopo e in essa è presente, tra le altre cose, un vero e proprio glossario in cui vengono riportati tutti i termini fondamentali per chi si sente rappresentato da quella comunità. L’Aven ITALIA è una delle associazioni presenti nel territorio italiano che rappresenta la community asessuale.

La maggior parte delle persone – di fronte ad un coming out di una persona asessuale – potrebbe associare il termine ad una “scelta di vita” alla pari del celibato oppure pensare ad uno squilibrio ormonale tale da giustificare un disturbo dell’eccitazione e del desiderio o ancora ad un abuso sessuale subito che possa aver generato una reale repulsione nei confronti del sesso; ciò, in realtà, oltre ad essere un insieme di deduzioni fittizie e spesso errate, ci offre un interessante spunto di riflessione su quanto la sessualità sia una dimensione centrale e indispensabile per molti, tanto da indurre a pensare che la sua assenza sia necessariamente sintomo di un qualche disturbo conclamato.

Vi sono persone che non riescono ad immaginare il sesso escluso dalla propria dimensione personale e affettiva e c’è chi, appunto, pensa sia una componente non fondamentale della propria vita.

Le persone asessuali provano attrazione sessuale e/o romantica? A questa domanda si potrebbero ricevere risposte diverse a seconda se la poniamo ad una persona asessuale o demisessuale – orientamento, quest’ultimo, che rientra altrettanto nello spettro dell’asessualità.

Innanzitutto, nel primo caso (asessuale) se l’attrazione sessuale è completamente assente, quella romantica potrebbe essere esperita a seconda che il soggetto si identifichi come “romantico” o “aromantico”, mentre nel secondo caso – quello che riguarda le persone demisessuali – l’attrazione sessuale verrebbe sperimentata solo se a monte è presente uno spiccato legame affettivo con l’altro.

 Sembrerebbe esservi comunque un desiderio sessuale di tipo secondario, in cui cioè la volontà di intraprendere una relazione di tipo sessuale avrebbe una motivazione differente dalla ricerca del piacere e sarebbe rintracciabile nella volontà, ad esempio, di voler instaurare un legame emotivo con il partner.

A ciò si contrappone il desiderio sessuale di tipo primario, mancante negli asessuali, in cui l’attività sessuale (non solo sesso, dunque, ma anche masturbazione e preliminari) viene intrapresa per puro piacere.
All’interno della categoria asessuale sono presenti sottocategorie: i “gray-sexual” rappresentano una di queste suddivisioni insieme ai “litosessuali”.

Nei primi l’attrazione erotica e il desiderio verrebbero esperiti raramente e in alcune circostanze, mentre per i secondi, sebbene l’attrazione venga percepita normalmente, andrebbe a mancare il desiderio di vedersi ricambiati sia su un piano puramente sessuale che romantico.

Tra l’altro, non è detto che le persone asessuali non facciano mai sesso nonostante l’assenza di attrazione sessuale; non è infatti infrequente che una persona con tale orientamento ed impegnata con una persona eterosessuale, omosessuale o bisessuale possa vivere una dimensione di intimità anche di questo tipo con l’altro.

Ovviamente, questo è un discorso che varia da individuo ad individuo e da coppia a coppia.

Attrazione sessuale e attrazione romantica sono altresì due concetti che vanno compresi separatamente: se l’attrazione sessuale è la spinta che ci fa propendere verso un genere in particolare o verso entrambi, quella romantica potrebbe rispondere alla domanda “di chi ci innamoriamo?” e anche qui le possibilità sono molteplici e variabili da persona a persona.

Un modello di orientamento che include un riferimento esplicito al concetto di asessualità è quello di Storms (1980), nel quale l’attenzione non è posta sul comportamento agito come invece sottolineava Kinsey, bensì sull’attrazione sessuale, dunque sullo step che precede il contatto con l’altro. Per Storms, infatti, l’asessualità è un orientamento al pari di quello omo, etero e bisessuale ed è caratterizzato da una mancante attrazione sessuale che però non necessariamente si traduce in una mancanza di comportamenti sessuali.

L’attrazione sessuale è infatti il nucleo psicologico su cui si fonda il comportamento sessuale dell’individuo e da ciò ne potrebbe conseguire che anche l’asessualità possa essere considerata un orientamento al pari degli altri. E’ proprio su questo che di recente si sta discutendo.

Attualmente, stando ad un’indagine statistica proposta dalla CNN nel 2004, risulta che la popolazione che si identifica come asessuale si aggira attorno all’1-2% con probabile aumento negli anni successivi.

In conclusione, sebbene ad oggi l’asessualità non sia ancora considerata un orientamento vero e proprio ed è alto il rischio di patologizzare chi in tal senso si identifica, merita citazione quanto teorizzato da Cerankowki (2014): “riconoscere la diversità nella sessualità umana è la modalità preferenziale tramite la quale superare un modello pregiudizievole secondo cui una persona può dirsi “normale” solo se è anche “sessuale”.

 

A cura della tirocinante IISS: Nicoletta Massa

Tutor: Davide Silvestri

 

Bibliografia

Cerenkowki K.J. & Milks M. (2014), Asexualities: Feminist and queer activities. Routledge

Kinsey A.C., Pomeroy W.B., Martin C.E. (1948), Sexual behaviour in the human male. W.B. Saunders, Philadelphia (PA)

Storms M.D. (1980) Theories of sexual orientation. Journal of Psychology and social psychology, Vol 38 (5), 783-792

 

Sitografia

http://www.gay.it/sesso/news/asessuali-disinteressati-sesso

https://www.vice.com/it/article/mgvw5q/abbiamo-chiesto-a-sette-asessuali-quali-sono-le-loro-fantasie

http://thesubmarine.it/2017/10/09/scoprire-asessualita/

https://www.ilfattoquotidiano.it/20...

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.19) 25 gennaio 2018 19:01

    STOPPARE !! >

    CLONARE alcuni organi fisiologici dell’uomo è un obiettivo scientifico di tutto rispetto. PUNTARE a clonare un intero essere umano è un abominio per tutta la nostra specie.


    Anche solo cercare di manipolare il naturale sistema riproduttivo allo scopo (dichiarato) di “migliorare il genere umano” apre una breccia su degli sviluppi discriminatori e inquietanti del vivere in comune.

    Tanto più nessuno è in grado di immaginare e ancor meno di “pesare” l’impatto e gli effetti di una alterazione dell’evoluzione naturale della specie umana. A cominciare dall’originaria prerogativa di avere una “identità” unica ed irripetibile.


    Possedere le nozioni scientifiche non dà il potere di creare il Genere Eugenoma

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