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 Home page > Tribuna Libera > Articolo 18: lavoratori agnello sacrificale per l’Europa

Articolo 18: lavoratori agnello sacrificale per l’Europa

In seguito agli attacchi dell'11 settembre 2001 gli Stati Uniti d'America approfittando della paura riuscirono a privare dei diritti di privacy e libertà i propri cittadini con leggi "ad hoc". 
 
Oggi l'Europa, allo stesso modo, cavalcando la crisi economica, impone agli Stati membri riforme contro gli interessi della gente.
 
Con il progetto di riforma dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, l'Italia è l'esempio lampante di ciò; BCE, UE e Germania dettano la nostra agenda.
 
La riforma "violenta" del lavoro voluta dal premier Matteo Renzi si pone in maniera autoritaria e scellerata contro i lavoratori, ubbidendo al diktat della Troika. 
 
Non sono un caso le parole di Mario Draghi di qualche giorno fa che, davanti al parlamento Europeo, ha ribadito la necessità di riforme strutturali su lavoro e welfare con la scusa di aumentare la competitivitá. 
 
L'Italia da ormai molto tempo non è più sovrana e gli ultimi governi non hanno fatto altro che eseguire gli ordini imposti da banche e burocrati.
 
Renzi per essere credibile deve portare in Europa l'agnello sacrificale che in questo caso sono i lavoratori e i loro diritti, per dimostrare ai nostri partner che sa ben fare i compiti a casa
 
Ma questa riforma, così come l'adesione al fiscal compact e al Meccanismo Europeo di Stabilità, non sono altro che una dichiarazione di resa incondizionata dell'Italia all'Europa e la fine della volontà popolare.
 
Una declino insesorabile, una spirale perversa che sta stritolando il Paese.
 
L’art. 18 è la garanzia per i singoli lavoratori contro il licenziamento indiscriminato. Con questo articolo il singolo lavoratore può essere licenziato solo per giusta causa o giustificato motivo su istanza di un giudice. Se un'azienda è in stato di crisi e necessita di ridurre il personale ci sono norme per i licenziamenti collettivi e l'art. 18 non c'entra nulla!
 
L'art.18 e' quindi una giusta protezione del lavoratore contro le discriminazioni.
 
Viene invece descritto come il male da estirpare, come la causa della crisi. L'art.18 non allontana gli investitori dalle aziende come voglion farci credere. 
 
I mali di questa crisi sono più profondi e le soluzioni non sono certo quelle fatte sulla pelle della povera gente.
 
 
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.56) 27 settembre 2014 11:11

    Le Banche con speculazioni sbagliate hanno innescato la recessione

     i Governi  Europei e la BCE  le premiano. 

     

     Mentre Le Banche negano i finanziamenti alle piccole e medie Aziende

    Vere colonne portanti della nostra economia .

     ( il boom economico del dopo guerra lo si deve a loro)

     

     Senza prestiti molte  aziende rischiano il fallimento

    Aumentando cosi la disoccupazione.

     

     La priorità   per Governo  e multinazionali? è abolire  l’articolo 18

     

    Nel frattempo per tirare su il morale si sente parlare  solo di licenziamenti.

     i Governi per  riattivare l’economia dovrebbero aiutare l’imprese

    in automatico anche le Banche si ricaricherebbero.

    Ma ai nostri  giorni  viene fatto tutto il contrario l’unica cosa concreta ? 

      È Il malaffare dilagante perpetrato  da speculatori - Banche – e da chi ricopre cariche istituzionali ( con danni incalcolabili per il Popolo) 

    Il Popolo per tutti gli abusi subiti   dovrebbe  chiedere Giustizia chiamando   in causa tutti i parassiti che in 66 anni di repubblica si sono arricchiti  rubando al Popolo la punizione dovrebbe essere di esempio e non depenalizzata come avviene oggi permettendo a gli avvocati di menare  il can per l’aia sino alla prescrizione del reato. VITTORIO

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