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Armi “non letali”? Un nuovo rapporto spiega che non è sempre così

Secondo uno studio realizzato da Amnesty International e dalla Omega Research Foundation e reso pubblico oggi a Doha, capitale del Qatar, in occasione del Congresso delle Nazioni Unite sulla criminalità, le forze di polizia di ogni parte del mondo fanno regolarmente cattivo uso delle cosiddette armi “non letali” a scopo di tortura e il loro impiego può avere conseguenze mortali.

Il rapporto descrive i rischi per la salute e di altro genere associati a un’ampia gamma di armi ed equipaggiamenti usati dalle forze di polizia nel corso di manifestazioni così come all’interno dei centri di detenzione.

Le armi descritte nel rapporto sono suddivise in cinque categorie: strumenti di contenzione (manette serra-pollici, catene d’acciaio e sedie immobilizzanti), armi a impatto cinetico (bastoni acuminati, pallottole di plastica o di gomma), agenti per il controllo delle proteste (irritanti chimici, sostanze schiumogene, gas lacrimogeni e spray al peperoncino), armi elettriche (manganelli, scudi, cinture e le note pistole taser, responsabili di centinaia di morti negli Usa) e strumenti acustici e di altro tipo per disperdere la folla (come i diffusori di rumori e di disturbi sonori o i cannoni ad acqua).

Pur riconoscendo l’importanza di progettare e sviluppare armi, equipaggiamenti e tecnologie “non letali” per ridurre i rischi di uccidere o ferire persone con armi da fuoco tradizionali (e naturalmente per proteggere meglio gli stessi agenti di polizia e il personale penitenziario), Amnesty International e la Omega Research Foundation evidenziano come in decine di paesi del mondo le forze di polizia facciano cattivo uso o uso eccessivo di gas lacrimogeni, pallottole di gomma e dispositivi elettrici per stroncare le proteste e punire i detenuti.

Un conto è l’uso di queste armi da parte di forze di polizia professionalmente addestrate e pronte a rispondere di eventuali comportamenti illegali. Ma spesso non è così e l’abuso o l’uso eccessivo di tali armi può causare decessi o danni anche irreparabili a bambini, anziani, donne incinte e persone con problemi di salute.

Amnesty International e la Omega Research Foundation chiedono normative più rigorose sull’esportazione (del tutto assenti a livello mondiale, salvo gli Usa e l’Unione europea) di armi e strumenti “non letali” , maggiori test e valutazioni sul loro uso e, in determinati casi, la loro completa messa al bando: strumenti che rilasciano scariche elettriche, così come i bastoni acuminati o le manette serra-pollici non dovrebbero essere mai usati nelle operazioni di ordine pubblico.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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