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Appello Dell’Utri - Nona puntata

Durante l’ultima udienza è stata interrogata la teste De Filippis, che, fra continue smentite, ha ammesso di aver anticipato soldi per conto di Marcello Dell’Utri ad un falso pentito che avrebbe dovuto scagionarlo.

Dopo il rinvio della penultima udienza, è stata ascoltata a Palermo la teste Alessandra De Filippis, ex avvocatessa barese che difese Cosimo Cirfeta nel processo per calunnia ai danni dei pentiti che accusavano Dell’Utri di essere legato alla mafia.

Il processo di Cirfeta si concluse alla sua morte ed oggi i giudici della Corte d’Appello di Palermo stanno cercando di fare luce su quegli avvenimenti. Nel frattempo Alessandra De Filippis è stata condannata in via definitiva per traffico di droga e detenzione di armi e in primo grado per estorsione mafiosa e favoreggiamento.
Lo scorso novembre il pentito Michele Oreste, ex collaboratore della De Filippis, aveva testimoniato che ci fu un accordo fra Dell’Utri e Cirfeta che prevedeva denaro e altre facilitazioni per Cirfeta se questo si fosse prestato a costruire accuse false contro i pentiti che raccontavano i rapporti di Dell’Utri con i mafiosi.

La De Filippis ha iniziato il suo interrogatorio parlando proprio di Michele Oreste, raccontando che i loro rapporti furono dapprima unicamente professionali, ma cambiarono radicalmente quando lui riuscì a convincerla di non essere figlia dei suoi genitori, ma di essere sua sorella, strappata, insieme a lui, a delle famiglie mafiose siciliane. Da quel momento Oreste avrebbe avuto un controllo assoluto su di lei convincendola a dargli in uso una sua macchina, una moto, dei gioielli e persino la sua pistola.
Nel corso del suo interrogatorio Michele Oreste raccontò anche che i soldi destinati, in seguito all’accordo, a Cirfeta li avrebbe anticipati, per conto dell’On. Dell’Utri, la stessa De Filippis a cui, però, il senatore non voleva più restituire il prestito. L’avvocatessa, sulle prime, dice di non aver mai elargito denaro a Cirfeta per conto di Dell’Utri. Strano, perché proprio lei, quando venne interrogata anni fa dai pm di Bari, disse:
[Il senatore Dell’Utri] mi disse: <<Va bene, allora questi soldi [a Cirfeta] – lui non deve sapere – questi soldi li do io. L’assegno non lo posso staccare, ovviamente la prossima volta che viene le do i soldi, se li anticipa lei.>>


E io gli dissi: <<Va bene. Non so quando verrò, a limite li posso anticipare io.>> Li ho anticipati io.
Quando il pg Antonio Gatto contesta queste frasi alla De Filippis lei si agita e prova a spiegare:
Cosa ho detto in quell’interrogatorio… lei deve comprendere: stavo da tre giorni in galera, in isolamento, con controllo visivo 24 ore su 24 e feci un interrogatorio in condizioni psicologiche disastrose. Se ho detto così, non lo confermo, non me lo ricordo, ma è certo che il senatore Dell’Utri non mi ha mai dato soldi, né mi ha mai chiesto di anticipare soldi per nessuno.
Il suo racconto si fa sempre più sospetto, perché a leggere il verbale di quell’interrogatorio si scopre che l’avvocatessa scese, nel suo racconto, ai dettagli più precisi, gli stessi dettagli che ha raccontato Michele Oreste a novembre. Quando il pm barese gli chiese se le avesse mai riavuto quei soldi, la De Filippis specificò
No, mai. E quando ho chiamato Dell’Utri in un periodo in cui stavo veramente molto stretta […] lui mi ha detto: <<Io sono costernato, ma non le posso fare niente.>> Poi all’udienza si è anche incavolato perché glie l’avevo chiesto al telefono.
Evidentemente terrorizzato dall’idea che potessero intercettarlo.

L’interrogatorio di Alessandra De Filippis è continuato così, di smentita in smentita ogni volta volta che il pg accennava a quel vecchio interrogatorio. La De Filippis ha prima ammesso di aver incontrato Dell’Utri a Roma solo <<per caso>> (salvo una volta per consegnargli una lettera di Cirfeta), poi precisando che, non avendo avuto la fortuna di incontrarlo girando per i tribunali (ingenua, si aspettava di trovarlo al suo posto), gli era andata a far visita al Senato. Poi afferma di averlo incontrato anche a Milano, oltre che in Puglia, durante delle conferenze a cui lui partecipava e a cui, evidentemente, partecipava sempre anche lei. E così prima dice di non aver mai parlato con lui delle esigenze di Cosimo Cirfeta, ma poi racconta di avergli chiesto se era possibile ottenere delle agevolazioni per il funerale del figlio di Cirfeta. Insomma, sembra avere qualche problema con la memoria. Soprattutto quando la sua memoria viene stuzzicata con il vecchio e dimenticato interrogatorio di Bari, ma va capita: le sue <<condizioni psicologiche>> erano <<pessime>>, soprattutto dopo essere stata raggirata dal suo collaboratore. Ma allora delle due l’una: o è affetta da seri problemi di instabilità emotiva oppure ha mentito tutto il tempo. Valutate voi.
Arrivederci alla prossima puntata.

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