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Antonio Pavolini su Intervistato.com

Intervistato.com continua con l'intervista ad Antonio Pavolini, attualmente Senior Analyst nella divisione Media Industry-Innovation & Industry Relations di Telecom Italia.

Per quello che riguarda l'utilizzo di social media nelle aziende, al momento la situazione è distorta dal fatto che è molto facile vendere servizi relativi all'uso dei social media perfettamente inutili, con modalità che portano a equivoci drammatici a causa della scarsa conoscenza del mezzo e dei problemi della comunicazione aziendale.


Se invece si parla della transizione dei mezzi di comunicazione di massa verso i social media, si possono distinguere due dinamiche divergenti: persone che strenuamente difendono il vecchio modo di comunicare per un interesse prettamente economico e persone che sperimentano e provano i nuovi mezzi.

Tecnicamente una convergenza tra televisione tradizionale e contenuti disponibili su Internet sarebbe già possibile, anche senza comprare un qualsiasi set-top box, ma semplicemente collegando un computer alla porta HDMI del televisore. Coloro che hanno le conoscenze tecniche necessarie per farlo rappresentano però una fetta di mercato che non influisce in alcun modo su quello che è l'attuale ecosistema dei media, che rimarrà immutato fino a quando le connected TV, il digitale terrestre e le console dei giochi non saranno veramente concorrenziali e intuitive nella facilità di accesso rispetto alla televisione tradizionale.

La neutralità dei contenuti è un altro tema controverso perché i produttori di connected TV stipulano accordi commerciali con editori e major, limitando quindi l'accesso alla straordinaria ricchezza e diversità di contenuti disponibili liberamente su Internet. Finché non verrà superata la fase di transizione in cui tutti cercano di monetizzare senza avere un vero modello di business, che nasce solo dallo stravolgimento dell'ecosistema, ancora non ci sarà nel mondo dell'industria la motivazione necessaria per portare avanti questo cambiamento.


Antonio ha anche espresso la sua opinione sulla possibilità di arrivare a un concetto di StumbleUpon per la TV, la creazione di un palinsesto non-palinsesto personalizzato stupefacente, che l'utente è felice di subire, e che però non può prescindere da una conoscenza estremamente approfondita dell'utente, dei suoi gusti e dei suoi interessi.

E' quindi una questione di sensibilità umanistica, di ricerca di socialità, affinità e complicità, che sono veramente quelle cose inafferrabili che i social media ci stanno regalando e che la televisione, aggregando le persone educatamente davanti a un teleschermo, per anni ha negato.

Abbiamo parlato di palinsesti, di 140NewsNetwork, di libertà di informazione e di possibili scenari futuri per quel che riguarda i nuovi strumenti.

Naturalmente Antonio ha risposto esaustivamente alle vostre domande, quindi invito tutti a guardare l'intervista integrale, molto più ricca di informazioni rispetto alla mia breve sintesi.

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