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Andropausa: è davvero il tramonto dell’uomo?

Il mito della giovinezza ha da sempre un grande fascino; il culto del bello ha infatti superato le varie epoche arrivando fino a noi. Oggigiorno tale concetto viene sempre più associato a quello di “giovinezza”, tanto che il collegamento tra i due è quasi immediato. Per la nostra società, insomma, non sembra esserci nulla di veramente positivo nel tempo che passa e nei cambiamenti che esso comporta.

Un altro concetto che sembra essere molto caro alla nostra società -anch’esso ereditato da epoche lontane- è quello di virilità. Nell’antica Grecia un eroe, massimo emblema di bellezza e fascino, doveva detenere due qualità fondamentali: bellezza e bontà. Purtroppo tale pretesa è facilmente riscontrabile tutt’oggi: tali qualità si fondono alle altre potenziali caratteristiche che un uomo dovrebbe avere per poter essere definito a tutti gli effetti “virile” e dunque (erroneamente) un “vero uomo”.

Tristemente, la maggior parte delle qualità associabili al concetto di virilità sembrano essere tutte a favore di una certa fascia d’età, a discapito di un’altra. Come diceva Schopenhauer in un suo saggio del 1851: “La giovinezza senza bellezza ha pur sempre un fascino, la bellezza senza giovinezza non ne ha alcuno”, e la situazione odierna non è cambiata, infatti sembra quasi che la nostra società giudichi aprioristicamente coloro che non si ritrovano più nel fior fiore degli anni.

Cosa accade, dunque, ad un uomo che non è più nel pieno delle proprie forze e si dirige, lentamente, verso il progressivo sfiorire della propria giovinezza?

Dopo i 45-50 anni gli uomini iniziano gradualmente ad entrare in un periodo chiamato andropausa (terminologia impiegata per assonanza con quella femminile). Durante l’andropausa si assiste ad un abbassamento progressivo dei livelli ormonali, soprattutto del testosterone, che causano una serie di modificazioni naturali a livello fisico e fisiologico.

In tale fase della vita di un uomo può verificarsi una diminuzione del tono muscolare, l’individuo si sente spesso affaticato e privo della forza di un tempo (astenia). Dal punto di vista anatomo-fisiologico si assiste alla riduzione del volume dei testicoli, aumenta il tempo nel raggiungimento dell’immediata erezione, così come si assiste ad un progressivo aumento (in termini di durata di tempo) della fase di plateau, ovvero quella fase della risposta sessuale in cui si innalza considerevolmente il livello di eccitamento e che precede l’orgasmo. Per quanto riguarda la fase orgasmica può verificarsi un ritardo nel raggiungimento dello stesso (che potrebbe anche perdere di intensità) con una riduzione del volume dell’eiaculato. Il periodo refrattario perdura più a lungo e si ha una riduzione delle erezioni notturne fisiologiche.[1]

In generale si assiste ad una modificazione di tutti i momenti della risposta sessuale eccetto che per il desiderio e dell’interesse sessuale che rimane perlopiù costante dalla pubertà al resto della vita (Quattrini, 2017).

Il calo del desiderio e dell’interesse sessuale, soprattutto nell’uomo, non dipendono da un fisiologico abbassamento, come capita alla maggior parte delle donne dopo la menopausa (Graziottin, 2011), ma deriva prevalentemente dalla concomitante insorgenza di patologie dovute all’età (George & Weiler, 1981).

Spesso, con l’avanzare dell’età, il modo di fare sesso cambia: si può infatti assistere ad una diminuzione dei rapporti sessuali penetrativi a favore di altri tipi di attività erotico-sessuali.

In altri casi invece può capitare che l’individuo tenda ad abbandonare sempre più l’idea di una sessualità attiva, ricca di piacere e di nuovi stimoli.

I motivi per cui ciò accade sono molteplici: si potrebbe credere che siano legati in larga misura ad una perdita fisiologica di interesse e desiderio, ma in realtà si tratta di una questione legata perlopiù alle false credenze e ai miti su cosa competa o meno ad una persona anziana.

Sembra, infatti, che un’andropausa propriamente detta non esista, non sicuramente in termini similari alla menopausa femminile. L’uomo, infatti, è potenzialmente in grado di perpetrare la propria attività sessuale anche per molti anni, e le potenziali capacità riproduttive resterebbero inalterate nel tempo (Quattrini, 2017).

Spesso, invece, il raggiungimento della terza età spinge gli uomini a chiudersi in se stessi e a soffocare l’esigenza di soddisfare il proprio piacere e le proprie fantasie, esperendo, così, vissuti depressivi e di solitudine (ibidem, 2017).

Nonostante la sessualità sia un elemento connaturato all’essere umano, sembra quasi che la società si dimentichi che tale piacere sia un diritto imprescindibile anche di coloro che non sono più tanto giovani. Molti giovani, ad esempio, rimangono interdetti o sbalorditi all’idea che persone oltre i sessant’anni si concedano ancora i cosiddetti piaceri della vita (Kalra et al, 2011).

Per non parlare poi di tutte le false credenze che spesso affliggono l’universo maschile. L’importanza del pene e del concetto di virilità ad esso associato la fanno tutt’oggi da padrone, il costante decadimento di energia, potenza e prestanza fisica nonché le possibili difficoltà erettili, non giocano certo a favore dell’autostima e della soddisfazione di un individuo che non si trova più nel fior fiore degli anni (Quattrini, 2017).

Nessun individuo dovrebbe, però, precludersi la possibilità di una vita sessuale piena e soddisfacente, a prescindere dall’ età.

La sessualità non è necessariamente legata alla gioventù come non lo è al concetto di virilità. Esso molto spesso viene associato, nell’immaginario collettivo, all’idea di forza e prestanza fisica. Per questo motivo è possibile che un uomo che si percepisca in una fase di “decadimento” delle proprie forze e del proprio aspetto tenda a vivere tali trasformazioni come inconciliabili con la propria idea di virilità e di potenza sessuale. Sembra quasi che la carica esplosiva della sessualità sperimentata in gioventù debba necessariamente lasciare il posto a monotonia e sporadicità per virare sempre più verso impotenza, disinteresse ed incapacità (Quattrini, 2017).

L’invecchiamento e la conseguente fase di andropausa non dovrebbero essere, dunque, elementi in grado di minare la capacità dell’individuo di vivere in modo soddisfacente la propria esistenza e la sessualità ad essa intrinsecamente legata. È stato infatti provato che le persone avanti negli anni si preoccupano della possibilità di non poter più vivere una sessualità appagante, o di incorrere in possibili disfunzioni sessuali, in concomitanza con l’insorgere dei problemi di salute dovuti all’età. I timori e i limiti sarebbero per lo più sociali, come sociali e limitanti sono, per la maggior parte degli uomini, i preconcetti legati al concetto di virilità (Kalra et al, 2011).

 

Tirocinante: Claudia Isaia

Tutor: Fabiana Salucci

 

Bibliografia:

  • George LK, Weiler SJ, authors. Sexuality in middle and late life. The effects of age, cohort, and gender. Arch Gen Psychiatry. 1981;38:919–23.
  • Graziottin A., (07, Febbraio, 2011), “I rischi (sessuali) dell’invecchiare”, Blog di attività divulgativa.
  • Kalra, G., Subramanyam, A., & Pinto, C. (2011),Sexuality: Desire, activity and intimacy in the elderly. Indian journal of psychiatry53(4), 300.
  • Kaplan H.S., (1976), Nuove terapie sessuali, Bompiani.
  • Masters W.H., Johnson V., (1966), Human Sexual Response, Boston: Little, Brown und Co.
  • Quattrini F., (2017), Il piaceremaschile #sessosenzatabù, Giunti, Firenze.
  • Schopenhauer, A. (2017), L’arte di trattare le donne (Vol. 5),Adelphi Edizioni spa.

 

Sitografia:

http://www.intrage.it/SaluteEPrevenzione/andropausa#

http://www.geragogia.net/editoriali/sessualita_maschile.html

https://www.alessandragraziottin.it/it/articoli.php/I-rischi-sessuali-dell-invecchiare?EW_FATHER=8637&ART_TYPE=AQUOT

http://www.sessuologia-psicologia.it/sessuologia/sessuologo-psicologo-risposta-sessuale.html

[1] Secondo il modello lineare della risposta sessuale di Masters e Johnson (1966) vi sono: Eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione. Successivamente integrato dalla Kaplan (1976) con l’aggiunta del desiderio prima della fase d’eccitazione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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