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Amministrative 2016: un primo bilancio

Le elezioni amministrative non si sono concluse: restano ancora da assegnare i vincitori in molti comuni capoluogo, e praticamente in tutti quelli più importanti.

di Salvatore Borghese

L’affluenza

Cominciamo però da un dato preliminare, quello relativo alla affluenza. Sul piano nazionale, la partecipazione si è fermata al 62,1%. Non un dato esaltante, ma nemmeno il crollo che si era temuto, sulla base di alcune considerazioni di fatto (la scelta della data del voto, il trend in forte calo in tutte le consultazioni da molti anni a questa parte…). Nel complesso, l’affluenza è scesa di circa 5 punti rispetto alla precedente tornata di comunali in quei comuni in cui si è votato domenica (era stata del 67,4%).

Ma è nelle maggiori città che il calo è stato più consistente: a Torino si è scesi dal 66,5% del 2011 al 57,2%. A Milano il calo è stato ancora più robusto: dal 67,6% al 54,6% e così anche aBologna (dal 71,4% a 59,6%). A Napoli il calo è stato più contenuto (dal 64,2% al 58,3%), mentre a Roma è addirittura salita dal 52,8% al 57,2% (ma in quel caso il precedente risale al 2013, in un contesto differente da quello degli altri grandi comuni).

I risultati

Veniamo ai risultati. Complessivamente, erano 149 i comuni superiori (con più di 15.000 abitanti), in cui era necessario raggiungere il 50% più uno dei voti per essere eletti sindaco. Di questi, 24 erano comuni capoluogo (i quali a loro volta erano 25, perché ai 24 superiori si aggiunge il piccolo comune di Villacidro, tra i comuni capoluogo della provincia del Sud Sardegna).

Come sono finite le competizioni nei comuni capoluogo? Nelle principali città il risultato è abbastanza noto: a Roma Virginia Raggi del M5S andrà al ballottaggio forte del suo 35% ottenuto al primo turno, e lì sfiderà Roberto Giachetti (PD, che ha preso il 24,8%); a Milano sarà sfida all’ultimo voto tra Beppe Sala (PD), e Stefano Parisi (centrodestra), separati al primo turno da un solo punto percentuale (41,7% contro 40,8%); a Napoli il sindaco uscente Luigi De Magistris (42%) ritroverà al ballottaggio quel Gianni Lettieri (centrodestra) che aveva già sconfitto 5 anni fa, e che al primo turno si è fermato al 24%. A Torino Piero Fassino (PD, sindaco uscente) ha ottenuto il 41,8% e dovrà vedersela con Chiara Appendino (M5S), che al primo turno ha distanziato di quasi 11 punti. Infine, a Bologna il sindaco uscente Virginio Merola (PD) non è andato oltre il 39,5% e sfiderà la leghista Lucia Borgonzoni (centrodestra) che col 22,3% ha ottenuto un ottimo risultato.

Veniamo a quei comuni su cui i riflettori – almeno quelli della stampa nazionale – si sono puntati di meno. A CagliariMassimo Zedda la spunta al primo turno. A Trieste Roberto Dipiazza (centrodestra) va al secondo turno con circa il 40% dei voti, distanzando di oltre 10 punti Roberto Cosolini (PD). Il il centrosinistra vince al primo turno a Salerno, dove il vice di De Luca, Vincenzo Napoli, ottiene un incredibile 71% (peraltro senza il simbolo del PD nella coalizione), a Rimini con Andrea Gnassi e va al ballottaggio in testa a SavonaRavennaBrindisiCosenzaCrotoneOlbiaCarbonia. Il centrodestra invece vince al primo turno a Cosenza (anche qui, come a Salerno, senza simboli di partiti nazionali) ed è primo a NovaraVaresePordenoneGrosseto; è testa a testa a Benevento, dove Clemente Mastella prevale di pochissimo su Raffaele Del Vecchio (PD), entrambi poco sopra il 33%.

Situazione (ancora) apertissima a Latina, dove mancano ancora i dati di 9 sezioni su 116 ed è primoNicola Calandrini (sostenuto da civiche, FdI e Noi con Salvini) con il 22,5%, davanti al “civico”Enrico Coletta (21,9%) e ad Enrico Forte del PD (20,8%). Anche ad Isernia è primo un candidato civico – Giacomo D’Apollonio – sostenuto da FdI, che sfiderà al ballottaggio Gabriele Melogli(Forza Italia, Noi con Salvini), sicché non pare azzardato affermare che anche in questo comune è stato il centrodestra a primeggiare. Infine, a Villacidro – piccolo comune sardo con meno di 15.000 abitanti, ma che figura come comune capoluogo – vince al primo turno Marta Cabriolu, a capo di una lista civica con al suo interno elementi di centrodestra, sconfiggendo un candidato di centrosinistra,Federico Sollai.

Il bilancio

Ecco quindi il bilancio – provvisorio – di questo primo turno di amministrative nei comuni capoluogo:

SINDACI USCENTI

Centrosinistra: 19

Centrodestra: 4

Altri: 2

IN TESTA DOPO IL PRIMO TURNO

Centrosinistra: 13 (3 già eletti)

Centrodestra: 8 (1 già eletto)

Movimento 5 stelle: 1

Altri: 2 (1 già eletto)

Da questo bilancio emerge innanzitutto una battuta d’arresto per il PD e il centrosinistra, che vedevano andare al voto una serie di capoluoghi conquistati in un contesto politico generale (gli anni 2011-2013) molto favorevole. Ciò nonostante, sulla base dei risultati del primo turno la coalizione è comunque ancora la più forte elettoralmente in 13 capoluoghi su 25.

Emerge poi una forte ripresa del centrodestra. Non tanto nel numero di voti assoluti conquistati – tema a cui dedicheremo una successiva analisi nei prossimi giorni – ma nel numero di capoluoghi in cui risulta essere la prima forza, raddoppiati (da 4 a 8) rispetto alle giunte uscenti. In buona parte, questo risultato è da attribuire al venir meno della dinamica bipolare e all’arretramento del centrosinistra.

Limitatamente a questo criterio, il Movimento 5 stelle pare non aver ottenuto un buon risultato, risultando al ballottaggio solo in due capoluoghi (Roma e Torino) e solo in un caso in testa; ma si tratta di comuni “pesanti”, e il bilancio per il partito di Grillo in questa tornata può senz’altro dirsi positivo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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