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Amianto a San Giorgio al Sannio: secondo la magistratura non ci sono responsabili

Abbiamo già parlato della dispersione-inalazione di amianto causata dalla demolizione ad opera del Comune di San Giorgio del Sannio, dieci anni dopo essere divenuto proprietario della struttura, di un edificio dismesso di Italposte s.p.a. Ora, vogliamo mettervi al corrente dello sconvolgente epilogo giudiziario della grave vicenda.

In buona sostanza, la magistratura ha creduto alle inverosimili fandonie del sindaco, lasciando un disastro ambientale privo giuridicamente di responsabili.

Il sindaco in Consiglio Comunale attacca l'ASL e le Poste Italiane annunciando querele: sapevano della presenza di crisotilo. Il Comune-proprietario da aprile (delibera)-ottobre(rogito) del 2004 no, nonostante fosse al corrente delle ragioni della dismissione dell'ufficio nel lontano 1997. E poi che dire? Il crisotilo secondo Ricci non è amianto, ma una sottospecie non pericolosa di amianto!

Nel video sotto, quanto intrapreso dal Comune il 22 settembre, nel cuore del paese:

Com'è possibile che si sia avviata così incautamente, per giunta da parte di un soggetto pubblico, la demolizione di un edificio contenente amianto? Il sindaco di San Giorgio del Sannio, Claudio Ricci, ha annunciato in consiglio comunale la possibilità di adire le vie legali contro Asl e Poste Italiane S.p.A., colpevoli di omissione: l'Asl non avrebbe comunicato al Comune le analisi effettuate nel 2004 ma solo quelle del 2002 in cui non si erano registrate presenze asbestine, e così l'Arpac.

Le avrebbe invece rese note alle Poste Italiane che, al momento della vendita dell'edificio al Comune il 20 ottobre del 2004, dimenticavano di avvertire l'acquirente (forse un po' pollo) che la merce poteva essere velenosa. Questa è la versione del Comune, che chiama in causa la leggerezza dell'azienda sanitaria locale e un silenzio quasi truffaldino delle Poste Italiane. L'Asl e le Poste devono pagare i costi di rimozione dell'amianto e risarcire la comunità sangiorgese? Perché il Comune latita nell'intraprendere avverso Poste ASL e Arpac le preannunciate azioni legali? Dice l'assessore all'urbanistica Barricella: anche i residenti vicini son stati avvertiti della rimozione dello stabile. E con ciò? Cosa avrebbero dovuto fare i cittadini contro le polveri di amianto? Non respirare?

Ma veniamo all'epilogo giudiziario.

A San Giorgio più che certa dispersione-inalazione di amianto, ma non ci sono responsabili secondo la magis... by Rosanna Carpentieri No Logo

Se il Comune ha incredibilmente sostenuto di non sapere che vi erano parti di cemento-amianto nella struttura demolita delle Poste, la Magistratura ha incredibilmente archiviato ben due denunce del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, omettendo alla coordinatrice-denunciante persino l'avviso di richiesta di archiviazione formulato in denuncia per potersi attivamente opporre alle valutazioni del PM. 

Le motivazioni? La denuncia è infondata perchè "nessuna responsabilità è configurabile in capo al Comune in quanto non vi sono elementi per ritenere che la presenza di amianto nella struttura fosse nota al proprietario". E ancora: "Non vi sono motivi per ritenere che in sede di acquisto dell'immobile da parte del Comune, l'Ente fu reso edotto della circostanza rappresentata nella relazione dell'ARPAC che segnalava la presenza di amianto nella pensilina lato esterno ingresso al pubblico! 

Chi sono i Pubblici Ministeri ? Il dott. Antonio Clemente prima, la dott.ssa Giammarino poi.Il G.i.p.? Il dott. Cusani. Chiediamo ai magistrati: Il trascinamento dei pezzi in fibrocemento dall'ingresso della pensilina verso l'esterno (con conseguente dispersione e inalazione di amianto) non sono conseguenza della dissennata demolizione dell'edificio effettuata dal Comune? Secondo il Comune e i suoi ingenui puttini cascati dalle nuvole, perchè Italposte dismise nel lontano 1997 il fabbricato non utilizzandolo più come ufficio postale? Dove sono le azioni risarcitorie di rivalsa verso Italposte s.p.a. preannunciate dal sindaco Ricci in Consiglio Comunale? 

Questo modus agendi superficiale e senza il rispetto elementare del principio di precauzione, modus agendi avallato - ahi noi - dalla magistratura beneventana, tutela o aggredisce il prioritario e preminente diritto alla salute e alla salubrità dell'ambiente? Perchè l'Ente ha acquistato quel catorcio in amianto al solo scopo di demolirlo? Per quest'ultima domanda aspettiamo risposte dalla Corte dei Conti competente che dovrà pronunciarsi anche sull'inverosimile indebitamento dell'Ente, a spese di tutti i cittadini, per allestire sul sito contaminato dei giardinetti per bambini ed anziani.

Benevento sembra essere l'unica città in cui la sacrosanta "via giudiziaria" non sembra percorribile per sgamare il malaffare sangiorgese, inchiodare gli amministratori del feudo alle proprie responsabilità, avere la tutela minima dei propri diritti. Come mai?

Lo scopriremo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di albodoro (---.---.---.16) 30 aprile 2014 18:28
    albodoro

    Le archiviazioni facili della magistratura sannita quando sono coinvolti in disastri ambientali soggetti o enti pubblici lasciano semplicemente basiti !

    La procura generale presso la Corte di Appello controlla simili archiviazioni come dovrebbe?
    Il bambino di oggi che tra qualche anno scopre di avere un mesotelioma pleurico come e con quali strumenti dovrà chiedere giustizia?
  • Di (---.---.---.114) 17 maggio 2014 09:15

    Link di riferimento:http://www.lunaset.it/news/33077/si... (Grande attenzione per l’area contaminata.La diffida dei comitati.)

    Malgrado la più che certa dispersione-inalazione di asbesto dovuta alla demolizione, secondo la magistratura beneventana non ci sono RESPONSABILI, perchè non vi è motivo di ritenere che la presenza di amianto fosse NOTA al proprietario, che in questo caso-si badi bene- è il Comune, un ente pubblico che addirittura... detiene la pratica edilizia completa dei materiali usati nella costruzione della struttura di Italposte s.p.a. nel suo territorio.
    http://altravocedelsannio.blogspot....
    Chi pensa che la battaglia per la salute e l’ambiente sia finita con questa inverosimile archiviazione si sbaglia, in quanto molto c’è da fare oltre a restare semplicemente BASITI. 
    La magistratura è andata ben oltre i garbugli e le questioni di lana caprina, indagando (si fa per dire) l’elemento psicologico dell’amministrazione comunale, avallando la peregrina tesi del Comune dell’essere stato "ingannato e truffato da Poste" e della ignoranza da parte dell’Ente della presenza del materiale killer nel prefabbricato abbattuto, a causa dell’omessa informazione da parte di Poste, ASL e ARPAC in fase di cessione-vendita.
    No comment, ma esisterà ancora nel nostro ordinamento giuridico (a noi interessa la legge, non i magistrati!) "l’incauto acquisto" e successiva demolizione dei CATORCI ALL’AMIANTO????!!!!
    L’autovilipendio e l’autolesionismo del Tribunale beneventano stanno sfiorando assurdi inammissibili...
    Rosanna Carpentieri 

    (Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia e coordinatrice dell’Osservatorio sulla malagiustizia beneventana)
  • Di (---.---.---.114) 17 maggio 2014 09:37

    Condivido in toto i commenti dei lettori.


    Peccato che a fare le spese della malagiustizia o, più correttamente, dell’autovilipendio e dell’autolesionismo di una magistratura latitante e "compromessa" ai limiti del favoreggiamento, sia proprio il popolo nel cui nome viene amministrata la giustizia e applicata la legge, in modo forte con i deboli e debole con i forti, in dispregio altissimo dell’art.3 della nostra Carta Fondamentale !

    Le numerosissime onlus che si occupano di amianto, salute e giustizia, si facciano sentire ad ogni livello. 
    Cooperino fattivamente con i cittadini che giustamente in questa incredibile vicenda ravvisano gli estremi per un ricorso alla Magistratura Contabile !
    Grazie.

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