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Alla 64a Assemblea generale dell’Onu torna d’attualità il Kossovo

La Serbia lamenta che parecchi stati occidentali sono troppo indulgenti con i corrotti governi di Pristina e Tirana parzialmente in mano alla criminalità. Gli strani rapporti d’affari tra il premier italiano Silvio Berlusconi ed il petroliere albanese Rezart Taci, in odore di mafia.

Il popolo statunitense è stanco di guerre”, così il Presidente della massima superpotenza mondiale Barack Obama si è espresso poco prima di partecipare, con uno storico discorso distensivo, all’apertura della sessantaquattresima sessione ordinaria delle Nazioni Unite. Prostrati da anni di guerra in Afghanistan ed Iraq, senza la certezza della vittoria finale contro il terrorismo islamico, oggi gli Stati Uniti d’America mirano a pacificare quelle situazioni “storiche” di tensione in tutte quelle parti del pianeta in cui hanno voce in capitolo.

In Medio Oriente infatti l’amministrazione Obama punta ad uno storico accordo tra il leader dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ed il premier israeliano Netanyahu che metta, da una parte, il silenziatore ai gruppi arabi estremisti di Hezbollah ed Hamas, che vorrebbero l’annientamento dello stato ebraico, e dall’altro faccia cessare la colonizzazione della Palestina da parte ebraica con la politica degli insediamenti.

Pure in Kossovo gli americani vorrebbero giungere in tempi brevi alla definitiva soluzione dei problemi di quella parte della polveriera balcanica che causò, alla fine degli anni novanta del secolo scorso, la ben nota sanguinosa guerra. Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ora pensa di proporre alle parti, Unione europea, Russia, Serbia e Kossovo, un piano di partizione dell’ex provincia meridionale serba che, pur mantenendone l’integrità, riconosca all’etnia serba l’esclusivo diritto di amministrare la parte di Kossovo che si stende a nord del fiume Ibar. Qui la minoranza serba dello stato autoproclamatosi indipendente è infatti maggioranza schiacciante. La soluzione appare come la più logica a tutti ed anche Bruxelles la stima come l’unica praticabile.

Cinque nazioni dell’Unione europea, tra le quali la Spagna che nel primo semestre dell’anno venturo avrà la presidenza di turno dell’Unione a ventisette, infatti non riconoscono tuttora come legittima l’indipendenza di Pristina ed addirittura la Romania appoggia processualmente Belgrado nell’azione legale che, dinnanzi all’Alta Corte di giustizia dell’Aja, il governo serbo sta conducendo, con il beneplacito dell’Onu, al fine di ottenere una sentenza consultiva che riconosca l’illegittimità dell’autoproclamazione dell’indipendenza kossovara.


Anche il piano americano però presenta due rischi: è innanzitutto da evitare, da un lato, che questa concessione possa apparire a Belgrado, la Serbia ha sempre chiesto in pratica la spartizione della sua ex provincia, come una legittimazione ad alzare sempre più la posta in gioco per cui forse sarebbe bene, ed infatti l’Olanda lo pretende, che Bruxelles condizioni ogni politica di apertura dei processi di associazione della Serbia all’Unione europea all’effettiva consegna del criminale di guerra Ratko Mladic al Tribunale dell’Aja. D’altro canto però vi è pure il timore che, avvenuta la partizione del Kossovo, si acceleri quel processo di unificazione tra Kossovo ed Albania che ha consentito al partito di Berisha di vincere, probabilmente anche grazie ai brogli denunciati dagli osservatori dell’Osce, le recenti elezioni politiche a Tirana.

Il presidente serbo Boris Tadic comunque è favorevole al progetto di partizione del Kossovo che l’amministrazione Obama sta per proporre alle parti anche perché così, in vista delle elezioni legislative del 2011, spera di spuntare le armi dell’opposizione nazionalista guidata da Vojislav Kostunica che ancora lo accusa di aver svenduto il sacro suolo kossovaro agli islamici albanesi. Belgrado poi lamenta l’indifferenza verso le ragioni politiche serbe da parte dei cosiddetti “paesi indecisi” guidati dall’Italia, nazione che più di ogni altra guida il fronte filo- albanese.

“L’Italia è il paese che più spinge all’interno dell’Unione per una rapida integrazione nel suo seno di Tirana” accusano ambienti serbi assai vicini ai servizi segreti serbi. Il dito è puntato contro certi uomini d’affari kossovaro- albanesi come l’ex marito della cantante Anna Oxa, Begjiat Pacolli, ed il petroliere Rezart Taci che recentemente, con fare discreto, a Milano avrebbe incontrato il premier italiano Silvio Berlusconi. “Questi individui hanno costruito imperi finanziari grazie all’appoggio della mafia albanese ed alle coperture politiche dei vari leader di Pristina e Tirana quali Sali Berisha, Ilir Meta, albanesi, ed Hashim Thaci, premier kossovaro” accusano in rapporti riservati le forze di sicurezza serbe sottolineando come il petroliere di Tirana Rezart Taci addirittura sarebbe entrato in affari con Berlusconi, tanto da voler diventare il maggior sponsor del Milan. A complicare le cose ora, per giunta, si è messa di mezzo pure la Croazia che, memore del suo odio per tutto ciò che è serbo, appoggia, tramite il suo Presidente Stipe Mesic il disegno della “Grande Albania” tanto caro all’uomo forte di Tirana Sali Berisha. Il tutto al fine di indebolire Belgrado. I Balcani sono ancora un gran rompicapo.
 

Commenti all'articolo

  • Di nobody (---.---.---.102) 25 settembre 2009 16:54

    Una semplice e breve domanda!-
    Ma lei come autore ci crede davvero alle stronzate che scrive qua??

  • Di sergio bagnoli (---.---.---.250) 26 settembre 2009 07:54

    Certo che ci credo perchè è la verità. La prego comunque di abituarsi a scrivere in italiano corretto senza parolacce come dovrebbe fare qualsiasi persona rispettabile. Solamente in Italia la gente è abituata ad esprimersi sui giornali, sui quotidiani on- line ed in televisione con parolacce. Un popolo che sa parlare solamente in maniera volgare è veramente un popolo che ragiona con qualcosa di molto vicino ai piedi. MI VERGOGNO DI QUESTO OGNI VOLTA CHE VADO ALL’ESTERO.
    DISTINTI SALUTI,
    SERGIO BAGNOLI 

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