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Alice in Wonderland, poca Meraviglia nel film di Tim Burton

Alice, ormai adulta si muove fra inquietudine, oscurità e poco colore. Ma il colore delle locandine dov’era?

Che Burton sia un’artista visivo non ci sono ormai dubbi, gioca da sempre con la percezione artistica che lo spettatore può avere del suo lavoro e per questo motivo tante volte ha commesso passi falsi. L’inquieto, l’oscuro e il nonsense, tre elementi che il regista conosce bene e di cui adorna tutte le sue pellicole a turno. Il vero problema nasce quando si vuole strafare e portare un tema oltre i livelli conosciuti, rendendolo un insieme confuso di tante cose carine o tristi, invece di una cascata di genialità.
 
L’idea di partenza era quella di fondere Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie con il secondo libro di Carroll Attraverso lo specchio e quel che Alice trovò, seconda avventura della protagonista nel mondo stranamente popolato, questa volta basato sul gioco degli scacchi (nel primo le carte da gioco erano il file rouge della caratterizzazione dei personaggi).
 
Il mash up delle due storie e dei suoi protagonisti ha dato vita al film, pensato come un sequel in cui vediamo Alice a 19 anni, 13 anni dopo le prime avventure e a pochi mesi dalla morte dell’amato padre, debuttare in società e in età da matrimonio, scortata dal suo quasi futuro marito, che si propone davanti ad una folla oppressiva che costringe Alice a scappare preferendo seguire il coniglio bianco.
 
Da lì sappiamo tutti cosa succede, Alice crolla in un buco che sembra infinito si allunga, si accorcia, apre porte piccolissime e si ritrova sul soffitto a testa in su, fino a quando non viene scortata dai primi amici: PincoPanco e Pancopinco, i fiori parlanti, viene apostrofata dal cinico Brucaliffo (con la voce di Alan Arkin) e accompagnata dallo Stregatto a prendere il té insieme al Cappellaio Matto, al Leprotto bisestile(adorabile) e al ghiro. La missione dell’Alice adulta a lungo aspettata è quella di liberare il Sottomondo dalla tirannia della Regina Rossa (Helena Bonham Carter) e dal suo braccio destro il Fante di cuori (Crispin Glover), combattendo il Ciciarampa, un mostruoso e invincibile drago per restituire il trono alla Regina Bianca (Anne Hathaway) scacciata in malo modo dal castello.
 
Ammirabile la volontà della sceneggiatura e del regista di riportare fedelmente le pazzie oppiomani dei libri di Carroll nella pellicola, i linguaggi inventati (entrati a far parte poi della letteratura inglese classica), le filastrocche, i nomi, i personaggi e una certa continuità.
 
Purtroppo non basta per suscitare un qualsiasi moto d’emozione per la trama, stimolata solo dagli ibridi animali, più divertenti di quelli umani nella caratterizzazione, perché inserire l’armatura e la spada, un drago e una battaglia a metà in storie come queste è un azzardo rischioso. Si perde di vista il senso del messaggio, la storia e si fa più caso agli spunti fastidiosi, come la recitazione di Anne Hathaway che io adoro, ma che colpirei fortissimo con una pala rotante per aver accettato di recitare scimmiottando le regine delle favole, con le mani a mezz’asta e lo sguardo lontano. Se il personaggio dev’essere riportato così per tutta la durata del film il senso di fastidio non fa che aumentare, dalla descrizione dell’attrice in un’intervista ("un misto di punk rock tendente al vegetariano con propensioni verso il pacifismo") poteva essere interessante e divertente la performance, e invece niente di tutto ciò è accaduto.
 
Stancante l’ennesima Helena Bonham Carter e se la rivedo un’altra volta sullo schermo urlo dal dolore. In compenso Crispin Glover ne ha guadagnato in charme interpretando il fante, meno si può dire per Johnny Depp paurosamente sottotono.
 
Fuoriluogo il presentimento di morte e grigiume che tanto piacciono a Burton, ma che stavolta non avevano ragione di esistere, in Charlie e la fabbrica di Cioccolato si era raggiunto il culmine del colore acido, qui che si poteva sfruttare a dovere, il colore spuntava un po’ qua e là timido e assorto, bella la fotografia, ma mi aspettavo un trionfo di luci e pennellate e quello che ho visto non mi ha soddisfatta. Butto dalla torre quasi il compendio degli attori e salvo gli animali (stregatTi compresi) e voi?
 
 

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