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Alfonso C.

Abbiate pazienza, non è mia intenzione fare il "clandestino" ma vorrei proporvi un profilo decentemente fatto, quindi mi ci dovrei dedicare. Appena trovo voglia ed energia ve lo metto.

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  • Primo articolo lunedì 02 Febbraio 2011
  • Moderatore da venerdì 02 Febbraio 2011
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Ultimi commenti

  • Di Alfonso C. (---.---.---.110) 7 marzo 2011 23:03

    Caro Fulvio con poche parole hai centrato benissimo, sottoscrivo al 100% il tuo scritto.
    Ed estendo la condivisione al commento di PV21, aggiungendo che non parlo solo per opinione "accademica" ma per aver vissuto in prima persona il dolore di vedere mio padre in condizione vegetativa anche se "fortunatamente" per il mio genitore, in epoca dove l’accanimento terapeutico non arrivava agli estremi attuali. Per me che ho i cromosomi del mio buon vecchio, il pensiero di trovarmi nelle sue condizioni oggi, mi agghiaccia il sangue.

  • Di Alfonso C. (---.---.---.18) 27 febbraio 2011 05:24

    Eddaiii! Siamo gente di mondo, se non lo sappiamo, lo possiamo intuire che per non farsi fare il .... (parola di quattro lettere) in galera bisogna fare i duri! E cosa di meglio di un assassinio? Poi se porti in dote un figlio ballerino la situazione è ancora più pesante. Pover’uomo sua Maestà che avreste fatto al posto suo? Aggiungeteci pure il mio omonimo la "signorina" Signorini che se lo struscia come una gattina in calore.... Ma ci sareste andati voi a farvi una doccia? Giorni e giorni senza lavarvi sino a puzzare di cane morto marcio (senza offesa per i cagnolini)? Siate umani suvvia!!

  • Di Alfonso C. (---.---.---.18) 27 febbraio 2011 05:05

    Caro buon professor Vecchioni di te ricordo con affetto le "Luci a San Siro" inno agli amori in camporella ormai non più omologabili fra Bunga Bunga e transessuali cocainomani "super partes" e politicamente equilibrati. L’ineluttabilità del destino di Samarcanda dove la "Comare secca" o "Grande mietitrice" che dir si voglia, aspetta divertita la fine di ogni ipocrisia o paura. Solo non so se posso perdonarti in tuo desiderio di "Donne con la gonna"... personalmente preferisco pensare all’atra metà del cielo come a dei "compagni di trincea" senza badare troppo al loro abbigliamento e alla misura di reggiseno. E non ho quest’ansia di essere chiamato "Amore"... sarà il nostro resistere e combattere insieme a dire la parola senza necessità di strombazzarla in TV.

  • Di Alfonso C. (---.---.---.18) 27 febbraio 2011 04:44

    Porca miseria queste si che sono notizie!!!! Meno male che acquista evidenza di domenica altrimenti sai che crollo in Borsa. Già vedo le moltitudini scendere in piazza al grido di "Sono cazzi miei ! Sono cazzi miei!" duramente represse da reparti antisommossa con la faccia di Morandi sugli scudi. Come diceva l’Antipatico? Continuiamo a farci del male.

  • Di Alfonso C. (---.---.---.18) 27 febbraio 2011 02:23

    Sabina, fermo restando che condivido al duecento per cento la tua opinione sulla leadership italiana che reputo insipiente, inconcludente, ottusa e collusa, estendendo l’opinione all’opposizione che vale quanto l’ombra di un’ombra e ad almeno un terzo dei nostri connazionali le cui facoltà critiche faticosamente raggiungono la metà di quelle di un tossico da strada, mi trovo costretto a portarti qualche appunto chiarificatore che non vuole essere critico ma apporto costruttivo e collaborativo.
    1- L’Italia non ha più peso STRATEGICO da quando esistono i missili balistici a lunga gittata ma ha ancora peso TATTICO come base logistica per operazioni a breve raggio.
    2- La Libia è solo al decimo posto come produttore mondiale di petrolio se consideriamo le riserve non utilizzate e scende al 15-16esimo per produzione reale attuale. Più o meno lo stesso per il gas.
    3- I clan libici non sono niente di più che una tradizione, possiamo equipararli ai nostri "campanilismi" regionali. Le organizzazioni criminali italiane hanno molto più peso nella nostra nazione di quanto i "clan" hanno in Libia.
    4- L’esercito libico è "anomalo" per la sua debolezza nella scacchiera geopolitica (con ragioni autolesionistiche imputabili al regime) ma la formazione "militare" di base del popolo libico (coscrizione obbligatoria per entrambi i sessi, continui periodici richiami, integrazione con il sistema educativo) ha creato una tendenza alla disciplina e all’organizzazione fortemente radicata.
    5- Personalmente rendo onore e non considero atto di debolezza, gli atti di insubordinazione di appartenenti alle forze armate libiche nei confronti del regime. Anche alle nostre latitudini ci sarebbe il bisogno di uomini e donne di coraggio in grado di dire -"Adesso basta! Non ci sto più! Disobbedisco!"


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