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Alessandro Esseno - "La legge del continuo mutamento"

Il nuovo disco tra cambiamenti epocali e speranze futuribili. Un capolavoro stilistico tra meta-minimalismo e strutture sinfoniche 2.0. Un artista all'avanguardia da sempre, punto di riferimento soprattutto per le nuove generazioni. Lo abbiamo incontrato a Roma durante la promozione del suo nuovo album.

"La legge del continuo mutamento" Un disco estremo. Questa è la nobile e violenta emozione che mi ha suscitato l'ascolto del suo nuovo disco "La legge del continuo mutamento".. E' d'accordo nel definire il suo tipo di musica "estrema", perlomeno nei significati più profondi?

"In linea di massima direi di sì. Se poi per estrema si intende un tipo di musica che non accetta compromessi di nessun tipo, tanto meno commerciali, allora la risposta è si a caratteri cubitali..".

Indubbiamente è un tipo di musica che non lascia indifferenti. Oltre a questo, si percepisce un lavoro colossale dietro ogni singolo brano. Come nasce questo suo nuovo disco?

"L'idea generale ha avuto inizio nel 2006, mentre avevo appena pubblicato l'altro mio disco "La Terra non finisce all'orizzonte". In quel periodo ho iniziato a sperimentare un dialogo con delle energie provenienti da dimensioni diverse dalla nostra, attraverso la tecnica "Channelling" (comunicazione con forme di energia spirituali n.d.r.). Mi rendo conto che questo potrà sembrare follia per una persona a digiuno di queste cose.. La scienza tradizionale però da diversi decenni ha confermato questa possibilità, con studi e prove di laboratorio per molti versi sbalorditive. Ho cominciato ad annotare tutto quello che succedeva durante queste sedute di meditazione trascendentale, di cui ho saputo di recente utilizzate anche da un attore e regista straordinario come Clint Eastwood, per provare poi in un secondo momento a far diventare tutto questo dei brani musicali. Cosa mai fatta prima da nessun compositore. Questo tipo di operazione mi ha impegnato per oltre sette anni, tra stesura dei brani, arrangiamenti e registrazioni. Il risultato finale mi ha emozionato profondamente, ripagandomi di ogni tipo di sacrificio (anche economico), che ho dovuto affrontare in questo periodo di tempo lunghissimo. Ora stà al pubblico dire se quanto da me creato e fissato su un disco, lo emoziona oppure no..".

Grandi emozioni sicuramente. Queste arrivano fin dal brano di apertura "Una luce senza ombra (all'inizio di ogni cosa". Mistico e meditativo. Al tempo stesso coesistono nell'album episodi violenti dal punto di vista sonoro. C'è sicuramento un collegamento molto stretto con la violenza del mondo contemporaneo..

"Sono un uomo del mio tempo e la violenza nella sua accezione più ampia è riuscita a raggiungermi in diverse occasioni nel corso della vita. Non parlo tanto della violenza fisica, quanto di quella psicologica, che ho dovuto fronteggiare sia con l'aiuto di discipline orientali, che con la meditazione. Oggi posso affermare che ogni tipo di violenza può essere debellata, a patto che lo si voglia.. Nel disco ci sono tracce della violenza presente nel mondo, dai delitti più efferati e inconcepibili, ai vari tipi conflitti e guerre, una più inutile e ignobile dell'altra. Fino al concetto più oscuro di male, inteso come buio dell'anima, tenebre della mente, forma degenerata del bene, rappresentato dal brano "Una luce senza ombra".  

Nonostante il tipo di argomenti, il disco si ascolta con grande serenità, rilasciando una quiete e una pace interiore davvero straordinaria. Se non lo avessi saputo, avrei pensato comunque ad un tipo di musica indefinibile realizzata con delle tecniche "non-umane"..

"Lavorando nella modalità che le ho descritto, quello che ne è scaturito non poteva somigliare a brani Hi-pop o da classifica.. Quello che chiedo a chi ascolta la mia musica è semplicemente di lasciarsi andare alle proprie emozioni, mettendo da parte barriere e preconcetti. D'altro canto è sempre esistita un tipo di musica "alternativa" a quella di consumo o da cestone.. E' sempre stato così e così sarà per sempre. Tanto più un espressione artistica richiede tempo, fatica e dedizione per essere creata, tanto più richiederà un attenzione particolare da parte del pubblico. Detto questo, i miei dischi possono essere ascoltati da ogni tipo di persona, indipendentemente da ceto sociale, etnia o credo religioso. Questa è una delle mie soddisfazioni più grandi: essere riuscito a comunicare delle emozioni universali..".

Mi ha molto colpito lo stravolgimento geniale operato nei confronti dell'Inno di Mameli nel brano "Una nazione smarrita". Come le è venuta questa idea?

"In questi ultimi anni, ho scoperto mio malgrado di essere un patriota nel senso più nobile del termine. Vedere il mio paese nelle condizioni in cui si trova, l'umiliazione che devono subire ogni giorno tutte le persone di nazionalità italiana oneste, e mi creda, ce ne sono molte più di quanto si possa immaginare, ha generato in me uno struggimento profondo. Come artista, ma soprattutto come uomo, ho sentito il dovere di tramutare questo sentimento di amore sconfinato nei confronti del mio paese, in un brano musicale. Il punto di partenza è stato il nostro inno nazionale. Volevo dare l'idea che anche l'inno ormai, come il popolo italiano, fosse allo stremo. Ecco perchè ad un certo punto l'inno si "inceppa" elettronicamente, lasciando il posto ad un senso di estraneamento e smarrimento totale. Smarrimento ma non rassegnazione. Cosa che purtoppo vedo sempre di più nei miei compatrioti, ormai disillusi in maniera totale e apparentemente irreversibile.".

Sò che dopo la pubblicazione dell'album arriveranno i concerti dal vivo. Che cosa significa per lei, dopo tanti anni di attività nella musica a livello internazionale l'incontro con il pubblico? A questo proposito nel 2014 è stato pubblicato il suo primo album dal vivo dal titolo "Live through the years"..

"Suonare dal vivo è sempre una grande emozione, sia che avvenga davanti a migliaia di persone che per un solo spettatore.. E' un momento di verità assoluta simile ad una catarsi. In questo sò di avere instaurato nel corso degli anni nei confronti del pubblico un rapporto di grande lealtà. Non ho mai preso in giro nessuno. Sono stato coerente nelle mie scelte professionali pagando per questo un prezzo enorme, sia di popolarità che economico. Ma và bene così. Posso dire di avere vissuto come ho voluto io. Se oggi mi guardo indietro, non credo di avere proprio nulla da rimproverarmi..".

Pur non essendo lei un personaggio televisivo, tantomeno gossipparo, ho saputo di un seguito di persone che la stimano concretamente, sia attraverso l'acquisto dei suoi dischi che venendo ai concerti. E' possibile secondo lei "by-passare" mezzi di comunicazione come i giornali e la televisione, e far sapere comunque alle persone di esistere?

"Sono convinto che nell'era di Internet si possa comunque far sapere ad un numero di persone considerevoli, circa la propria esistenza. Pensiamo solo ai punti di contatto giornalieri raggiunti da social come Facebook o Twitter. La televisione viceversa, non offre più garanzie di serietà e attendibilità. In Italia in particolare, non esistono programmi televisivi in cui poter far ascoltare la propria musica in maniera seria, ma addirittura nemmeno poterne parlare con dei critici musicali onesti e senza l'ombra della malafade.. E quì mi fermo.. Tra andare a proporre la mia musica in un Talent o al Festival di Sanremo, preferei di gran lunga essere seviziato da un serial killer..".

 

Questo è Alessandro Esseno, prendere o lasciare. Compositore, pianista, ma anche figura ideale per tante persone, soprattutto giovani, che lo stimano e lo rispettano profondamente. Un percorso impeccabile, tra studi accademici e la creazione di un genere musicale originalissimo, dal carattere innovativo e sempre di alto profilo. Per citare Duke Ellington: esistono solo due tipi di musica, quella buona e tutto il resto. Alessandro Esseno appartiene di diritto alla prima categoria. Punto.

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