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Aleppo, dal satellite nuove immagini della distruzione. E il mondo sta a guardare

Conflitti | Amnesty International ha diffuso ieri mattina nuove immagini satellitari che, insieme alle testimonianze raccolte dai civili intrappolati in città, rivelano la dimensione della distruzione in corso nei quartieri orientali di Aleppo e provano che le forze governative siriane, col supporto russo, stanno spietatamente attaccando aree residenziali, strutture sanitarie, scuole, mercati e moschee nell’ambito di una calcolata strategia militare volta a svuotare la città e a riprenderne il controllo. Vi sono anche prove che, in alcuni casi, negli attacchi sono state usate bombe a grappolo di fabbricazione russa.

Oggi, su richiesta di 70 stati membri, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite si riunirà per esaminare la situazione in Siria. È l’occasione per provare a superare lo stallo del Consiglio di sicurezza, chiedere una sessione d’emergenza sulla crisi siriana e sostenere ogni iniziativa utile per porre fine all’attuale ciclo di crimini di guerra e assicurare i responsabili alla giustizia internazionale.

Mentre il mondo sta a guardare, la dimensione raggiunta dal bagno di sangue e dalla distruzione di Aleppo est nell’ultimo mese è orribile (nella foto AP/Ansa, i soccorsi dopo un attacco aereo). Le forze governative siriane, col sostegno della Russia, hanno lanciato continui attacchi in spregio di ogni principio del diritto internazionale umanitario.

Le immagini satellitari analizzate da Amnesty International mostrano che in una sola settimana 90 luoghi sono stati distrutti o danneggiati in un’area grande più o meno come Manhattan.

Complessivamente, dalla fine della tregua, ossia dal 19 settembre al 1° ottobre i luoghi danneggiati sono stati oltre 110. Dal 19 settembre al 10 ottobre, Aleppo est è stata colpita da almeno 600 attacchi aerei che hanno causato oltre 400 morti tra la popolazione civile.

Nelle ultime tre settimane, Amnesty International ha documentato una serie di attacchi che appaiono funzionali all’obiettivo di decimare la vita civile ad Aleppo. I ricercatori dell’organizzazione hanno parlato con abitanti, operatori sanitari e attivisti intrappolati nei quartieri orientali, che hanno denunciato il drammatico peggioramento della situazione umanitaria e gli attacchi quotidiani contro edifici e infrastrutture civili tra cui strutture mediche, un mercato, una scuola e centri per la distribuzione dell’energia elettrica e dell’acqua. Tutte le strutture colpite eranolontane da obiettivi militari come la linea del fronte, posti di blocco o mezzi militari.

Secondo la Società siro-americana di medicina, dal 21 settembre gli attacchi aerei hanno colpito 14 strutture sanitarie, rendendone inutilizzabili la maggior parte. I medici sono sopraffatti dall’arrivo di tantissimi feriti che hanno bisogno di cure di emergenza: in una struttura, in una sola settimana, ne sono arrivati 800.

Numerosi abitanti hanno riferito ad Amnesty International di aver assistito ad attacchi con un’arma vietata dal diritto internazionale: le bombe a grappolo, che rilasciano una serie di sub-munizioni su un’area molto vasta e costituiscono dunqueuna minaccia estrema per i civili.

Amnesty International ha esaminato le immagini dei frammenti di bombe a grappolo e delle loro sub-munizioni rinvenuti nelle aree residenziali di Aleppo est nelle ultime tre settimane. Ha poi fatto analizzare queste immagini a esperti indipendenti in materia di armi, che hanno identificato i frammenti come parti di sub-munizioni di fabbricazione russa AO-2.5RT o delle quasi identiche AO-2.5RTM e come parti di bombe a grappolo di fabbricazione russa RBK-500.

Sebbene le forze governative siriane affermino che stanno attaccando gruppi armati non statali, il loro obiettivo reale pare evidente: infliggere grave sofferenza alla popolazione civile con ogni mezzo per farle abbandonare la città.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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