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Alemanno, Roma, il bivacco e le regole dello stomaco

Questione di prospettive. Strano doverlo dire per un'ordinanza del Comune ma in effetti è così. Anche la legge che sembra più chiara può assumere dei significati molteplici a seconda di dove la si guarda, o meglio dell'interpretazione data proprio da colui che ne è il firmatario. Stiamo parlando dell'ordinanza anti-bivacco indetta, ahimé solo fino al 31 dicembre, dal Comune di Roma, provvedimento che ha scatenato una serie di polemiche oltre ad una serie di proteste nello stile che contraddistingue il popolo romano. Andiamo con ordine, anche perché non vi sarà sfuggito il mio "ahimé", che potrebbe erroneamente portarvi ad un'univoca adesione all'Alemanno-pensiero. Ma come dicevo nelle prime righe il bello di quest'ordinanza è il suo essere "fai-da-te".

Il documento recita "Disposizioni urgenti per garantire la tutela delle aree di pregio del centro storico". Da tradurre come quella zona all'interno delle Mura Aureliane, dunque il resto della Capitale ne è esclusa. Compresi quei luoghi di pregio storico che non sono in centro. Più sotto: "Nelle aree di particolare pregio storico, artistico, architettonico e culturale ricomprese nel perimetro della città storica di Roma, è fatto divieto di bivaccare, sistemare giacigli o sostare per consumare cibi o bevande. In caso di violazione dell'ordine è prevista una sanzione da un minimo di 25 ad un massimo di 500 euro". 

Esaminiamo punto per punto l'ordinanza. Si fa divieto di "bivaccare", che nella lingua intaliana vuol dire che è proibito "l'accampamento notturno all'aperto". Ma il provvedimento ci tiene ad essere puntuale e quindi sottolinea che è vietato anche "sistemare giacigli", ossia "cose sulle quali si riposa o si dorme". Volendo prendere questi due primi punti alla lettera se avessi voglia di fare un pisolino pomeridiano sbragata sulle scale di Trinità dei Monti nessuno potrebbe dirmi nulla se lo faccio sulla nuda pietra... Ma passiamo oltre e cerchiamo di essere più elastici. Il terzo punto è quello più interessante e controverso: "Sostare per consumare cibi o bevande". Bene. Se la sosta sia intesa in piedi o seduti questo non è specificato. Quindi se io consumo un bel panino e bevo una bella aranciata mentre faccio il giro della Fontana di Trevi (ammesso e non concesso che ci riesca, perché vista la calca la sosta è quasi obbligata) posso farlo, ma se mi fermo in un luogo, non per forza sedendomi, posso essere sanzionata. "No, non è così" si è apprestato a dire il primo cittadino! "L'ordinanza è anti-degrado non anti-panino". "Evviva! Ottima idea. Preserviamo i monumenti da chi sporca, ma il messaggio, sindaco, non è proprio chiaro". Così devono avergli detto in tanti. Vigili compresi. E allora Alemanno dribblando i turisti della scalinata di Piazza di Spagna comincia a fare il sindaco-spazzino e a raccogliere le cartacce lasciate da questi "incivili" senza distinzione di nazionalità, sesso o età. Buono l'esempio. Anche se ammucchiare carta, vetro e alluminio in un unico sacchetto contravviene alle regole della differenziata. Vero è che sono inesistenti i contenitori per distinguere i rifiuti. Ad Alemanno toccherà prendere appunti se vuole che questo suo "tutorial" andato in onda sul suo blog "Alemanno 2.0" possa essere preso sul serio. 

Insomma, i vigili devono sanzionare chi lascia residui di incarti e di cibo sui monumenti ma possono chiudere un occhio su chi sta consumando un maritozzo alla panna seduto vicino al Pantheon. Basta che la panna non coli per terra. Qualcuno però dovrebbe spiegarglielo bene. E spiegarlo anche alle vittime involontarie: i turisti. Dove manca il Comune di Roma? Nella comunicazione. Non ci sono cartelli che parlino dell'ordinanza, in questo modo chi la ignora, come crediamo il 70% di coloro che ogni giorno visitano la città eterna, è possibile preda. E naturalmente va spiegato in più lingue.

Accennavo all'inizio dell'articolo all'inventiva che il popolo romano rivela di avere quando c'è qualcosa che lo tocca nel profondo. In questo caso dritto allo stomaco. E così l'istrionico pubblico del web ha organizzato due singolari flash mob. Il primo dal titolo "Il Magna Magna" si è svolto sotto le finestre del primo cittadino. In meno di 24 ore numerosi professionisti del settore, tra cui alcuni dei più noti ristoratori della Capitale, hanno messo a disposizione 500 fra panini e pizze distribuiti ai turisti che si trovavano nella Piazza del Campidoglio. Durata della rivoluzione: cinque minuti. Il tempo che qualche solerte vigile si accorgesse del misfatto menagereccio. E giù multe. La seconda protesta ha invece raggiunto il suo scopo. L'Assemblea giovani al centro ha organizzato in Piazza San Callisto a Trastere niente meno che una grande braciata! Salsicce, wurstel e vino a volontà. Roba da sagra di paese. E non c'era un vigile che sia stato uno, per sanzionare l'impresa.

Bisogna educare la gente ad avere rispetto per le cose che si hanno intorno. Ma nessun politico può pretendere questo se non è il primo lui a dare l'esempio. In ogni ambito. Alemanno fa bene sì a raccogliere i rifiuti abbandonati, ma dovrebbe anche impegnarsi nel fornire alla città più cestini (o almeno assicurarsi che vengano svuotati con più frequenza) e soprattutto una buona informazione.
Personalmente, e forse risulterò impopolare, a me questa ordinanza non dispiace del tutto. Detesto vedere tutta quella gente ammassata sulla scalinata più bella del mondo con e senza panino. Roma non merita l'assalto continuo che è costretta a subire, uniamo il buon senso a quello che facciamo, per non dover trasformare il detto pascaliano in un menefreghista "lo stomaco ha le sue ragioni, che la ragione non conosce..."

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