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Al Blue Note di Tokyo per celebrare il LX° anniversario della Bossanova

Locale stracolmo di gente, per un’unica serata dedicata a celebrare 60 anni di vita della Bossanova, da parte di un organico interamente giapponese, che cinque anni fa aveva festeggiato il cinquantenario del disco “Getz Gilberto”, riregistrandolo nell’ordine medesimo delle canzoni e intitolandolo “Getz Gilberto + 50”.

Un quintetto guidato dal chitarrista Ito Goro - Tzboguchi Masayasu, pianoforte; Suzuki Masato, contrabbasso; Kurihara Tsutom, batteria; Kikuchi Naruyoshi, sax tenore – ha accompagnato quattro cantanti, ognuna delle quali ha eseguito canzoni brasiliane, giapponesi, americane.

Dopo due brani strumentali introduttivi “ O Grande Amor”, senza sassofono e “So tinha de ser com voce”, è stata invitata sul palco Fuse Naomi per interpretare due titoli brasiliani, “Doralice”, in portoghese, “Gabriela”, in inglese e uno giapponese “Oyasumi song”, ‘canzone della buonanotte’ . Meglio “Doralice” in portoghese, rispetto a “Gabriela” in inglese, per ciò che attiene alla pronuncia, mentre la canzone orientale ha alternato giapponese ed inglese. E’ una specie di ninna nanna, in cui emerge quel modo infantile sia nel modo di cantare, che in quello di comporre, tipico del pop nipponico. Nient’altro da segnalare, se non che tra un brano e l’altro c’è stata sempre una lunga chiacchierata, timida, piena di pause, tra vocaliste e chitarrista che ha prolungato oltremodo un concerto che non sarebbe durato nemmeno un’ora.

Sakamoto Miu, la seconda cantante, ha eseguito “Desafinado” in inglese, con risultati meno convincenti rispetto all’incisione in portoghese nel CD e “Nostalgia”, una canzone giapponese, in ¾, molto lenta, languida, sognante.

Karie Kahimi ha dapprima alternato il portoghese all’inglese nell’esecuzione di “Corcovado”, con una respirazione associata ad una serie di sospiri erotici, nello stile Jane Birkin degli anni ’60, per congedarsi dai suoi affezionati con “Take It Easy My Brother Charlie”, un brano non molto conosciuto, inciso da Astrud Gilberto. L’assolo di sax cita “Samba de uma nota so”, mentre tutti sono attenti a leggere lo spartito per eseguire stacchi obbligati.

Si arriva così all’ultima cantante, Toki Asako, che esegue una calda ballad che le piace tanto, “Little girl blue”, e si congeda dal pubblico, felice di applaudire artisti locali, con una versione bilingue, portoghese ed inglese, della plurinterpretata “Garota de Ipanema”.

Rispetto al CD, che sembrava citare con precisione l’atmosfera del duo di successo Stan Getz – Joao Gilberto, il concerto è scivolato via con una sensazione di routine, senza emozioni. Ho trovato legnoso e poco morbido, rispetto ai musicisti brasiliani, il batterista. Abbastanza bravo il sassofonista, precisi, ma niente di più, il contrabbassista e il pianista. Il tocco di Ito Goro si avvicina alla “batida brasileira”, sempre in tempo pur sembrando leggermente in ritardo, non brillando particolarmente nei solo. Con tutte le pause dovute ai dialoghi tra le vocaliste e Ito, il set si è dilatato come non mai sfiorando i 90 minuti, consentendo una pausa più breve per la cena dei musicisti prima del secondo set.

Foto di TAKUO SATO

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