Agricoltura. Lazio, per i romani oltre 200 orti biologici gratuiti in città
Un’agricoltura gestita dai cittadini attraverso oltre 200 orti biologici a disposizione dei cittadini romani che vorranno trascorrere il proprio tempo libero coltivando la terra, nel cuore della Capitale.
Questi requisiti saranno relativi soprattutto alle fasce d’età, alla residenza (obbligatoriamente nel Comune di Roma), al reddito e al nucleo famigliare di appartenenza.
"Abbiamo accolto con entusiasmo l’idea lanciata tempo fa da Legambiente e dall’associazione Acqua Sole Terra - ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Daniela Valentini - perché ci siamo resi conto che la voglia di natura e di campagna sta crescendo in maniera esponenziale tra i cittadini. E l’orto garantisce non solo una migliore qualità di vita e di alimentazione, ma risponde anche al bisogno di aggregazione che c’è in ognuno di noi. Inoltre, possedere un orto significa anche spendere meno e questo è un ulteriore incentivo, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo."
I primi due ettari, che saranno suddivisi in appezzamenti di circa 70 metri quadrati ciascuno, si trovano all’interno del monumento naturale Quarto degli Ebrei-Tenuta di Mazzalupetto, nel quadrante nord della Capitale.
"Ma l’intento - ha aggiunto l’assessore Valentini - è quello di allargare presto anche in altre zone di Roma e di estendere l’iniziativa ai parchi della Capitale. Anzi, mi impegno sin d’ora, qualunque sia il risultato delle elezioni regionali, a stanziare dei finanziamenti nel prossimo bilancio a favore degli orti urbani".
Il comodato avrà una validità di otto anni (con un contratto 4+4) e permetterà agli ortisti di coltivare qualsiasi prodotto alimentare, purché in sintonia con le regole del biologico e senza l’uso di pesticidi.
"L’Arsial - ha commentato il commissario Arsial, Massimo Pallottini - vede così soddisfatta la propria vocazione naturale, e concedere i nostri terreni in comodato ai cittadini significa tutelare sia la salute delle persone che la salubrità delle terre".
"È fortemente simbolico - spiega Legambiente - che si parta dagli immensi spazi agricoli all’interno delle aree protette della campagna romana, in modo da rilanciare un’agricoltura di qualità, gestita direttamente dal cittadino, con un obiettivo anche educativo e come risposta al desiderio sempre più diffuso di ’sapere cosa si mangia’".
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