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Aggressione studenti a Napoli. Sciogliere Casa Pound e indagare sulle coperture

I fatti sono chiari e agghiaccianti: gravissima aggressione di Casa Pound, studenti presi a martellate! Ci si può girare attorno, perché le parole sono sassi, ma si è sfiorato l’omicidio. L’episodio, che va inserito in un contesto preciso, rivela un intento chiaro: trasformare Napoli in un inferno da qui alle elezioni.

Al liceo “Elio Vittorini”, era l’orario d’ingresso scolastico. Una squadraccia di neofascisti di Casa Pound, giunta da sedi ben note che andrebbero chiuse come prescrive la legge, forte delle coperture politiche e dell’inerzia delle forze dell’ordine, piomba tra gli studenti, picchia all’impazzata e con un colpo violentissimo alla testa lascia un ragazzo a terra privo di sensi. In un Paese normale, in cinque minuti i responsabili sarebbero stati neutralizzati e invece i fascisti, indisturbati, hanno distribuito volantini e promesso una nuova lezione a chi si azzardava a denunciare.

I ragazzi aggrediti, però, non si sono persi d’animo e all’ingresso della scuola è comparso uno striscione: “Vittorini Antifascista”. Tutto finito lì? No. All’uscita, nei pressi della stazione della Metro, al Rione Alto, una pattuglia di camicie nere spunta fuori, armata di manganelli e martelli e, dopo un lancio di bottiglie di vetro, si scaglia contro alcuni studenti, colpendoli ripetutamente al volto e alla testa con mazze e martelli.

“Un atto pianificato di incredibile follia e ferocia” – hanno scritto poi i ragazzi colpiti, “avvenuto in pieno giorno, in una strada affollatissima!”. E non ci sono dubbi: solo per caso non hanno ammazzato.

Ogni volta che una scuola riceve un’offesa e un gesto vile la rende un bersaglio, diventa più chiaro quanto sacra sia la sua funzione e per ogni studente colpito a tradimento, tanti giovani escono dall’indifferenza e maturano una profonda avversione per ogni forma di fascismo. Il solo risultato di queste aggressioni, sarebbe quello di rendere evidente e inconfutabile un dato di fatto: il neofascismo non è diverso dal fascismo “storico”.

E’ criminale, stupido e anche autolesionista. C’è però un problema che va affrontato e risolto: dietro gli squadristi c’è la politica in giacca e cravatta, ci sono gli intellettuali venduti e i giornalisti conniventi.

E’ questa vergogna che va denunciata con chiarezza e decisione, perché da noi si può diventare presidente di una Regione grazie ai voti degli amici di Cosentino e c’è gente come Salvini che si allea coi neofascisti di Casa Pound.

In quanto al partito di Renzi, da lì sono venute le più esplicite aperture agli squadristi del secolo nuovo. Persino nelle file dei “tecnici immacolati”, radunati da Monti per massacrare le classi subalterne, figurava ad esempio chi parlava di  “dialogo con Casa Pound", come Rossi Doria. 

E poiché le amnesie e sono all’ordine del giorno e cominciamo a somigliare terribilmente a quel “popolo di senzastoria” che Gaetano Arfè temeva più della peste, non sarà male ricordare che anni fa, dopo queste inaccettabili aperture, ci fu chi fece suonare un campanello di allarme, ma si sa: il peggior sordo è quello che non vuole sentire.

Per seguire questa storia basta cliccare su questo link:

Repubblica Napoli, 2-10-2009

Poiché parevano cose da pazzi, il 7 ottobre del 2009 Repubblica Napoli mi consentì la replica. Silenzio di tomba.

Il 15 rincarai la dose sul Manifesto (http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=13297 12-10-2009). Risposte, però, non ne vennero. Ci ha pensato il tempo a chiarire come stanno le cose, ma non può bastare. Casa Pound dev’essere sciolta e le sue sedi chiuse.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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