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Aggressione fascista a Roma contro un cittadino rumeno: un fatto evitabile

Fascisteria nel quartiere San Giovanni: che cosa fanno le autorità di fronte al ripetersi di raid squadristi?

Un'aggressione particolarmente sanguinosa ai danni di un manovale rumeno di 33 anni si è verificata lunedì in via Britannia, quartiere San Giovanni. Tre italiani - tra i 21 e i 25 anni, alcuni dei quali con precedenti, forse spalleggiati da un quarto giovanissmo - avrebbero "braccato" l'immigrato a mano armata, prima per strada davanti a un bar - dove lo avevano fermato con insulti razzisti che il malcapitato avrebbe in un primo momento tentato di ignorare - e poi in un panificio in cui si era rifugiato.

Lì, secondo le cronache, i tre, impadronitisi ancora di un coltello, avrebbero sfondato la porta del bagno in cui l'uomo si era rifugiato e avrebbero tentato di colpirlo alla gola, finendo per amputargli due dita a fronte dei suoi tentativi di difesa. Il tutto in pieno giorno, poco dopo le 8:30. Nella vicenda, da Pulp Fiction, la pista alla base dell'aggressione razzista sembra da subito accreditata, come riporta anche il Corriere. La ricostruzione più esauriente è però quella di Marco Pasqua sul Messaggero:

"Lo hanno rincorso in strada, in pieno giorno, urlando insulti e minacciandolo di morte, fino ad assalirlo con un coltello e ad amputargli due dita. 'Sporco rumeno, vattene via', gli hanno gridato, durante un raid razzista avvenuto a San Giovanni, dietro a piazza Tuscolo, davanti agli sguardi terrorizzati dei passanti. 'Sembrava di essere in un film horror', hanno riferito dei testimoni oculari: 'Quell'uomo aveva le mani insanguinate e scappava da un branco inferocito e impazzito'".

Questi i fatti, ora al vaglio degli inquirenti. Dunque, un attacco di follia individuale imprevedibile e inevitabile? Non proprio. Prosegue l'articolo sul Messaggero: "Protagonisti dell’assalto sono tre giovani romani, che, secondo gli inquirenti sarebbero vicini agli ambienti della destra estrema e che ora si trovano in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio, lesioni gravissime, resistenza a pubblico ufficiale e violazione della legge Mancino. Tutti sono risultati positivi ai test per la cocaina e i cannabinoidi."
 
Insomma, la matrice politica dell'atto, occasionato poi dall'esaltazione psicotropa, è ben evidente. Se da un lato in generale non può non richiamarsi il pericolo dell'odio razziale che dichiarazioni di politici come Salvini fomentano in modo diffuso nella popolazione, dall'altro lato, nello specifico, è cosa nota tra gli abitanti della Capitale lo spadroneggiare a San Giovanni di bande di giovinastri fascisti, soprattutto di sera e di notte: un po' come a Piazza Euclide e a Piazza Vescovio. Teste rasate alternate a capelli lunghi e basette, spesso tatuaggi riconoscibili, casco col tricolore, pupille tante volte dilatate dalla cocaina e tanto alcol, in uno strano mix di sottoproletari delle periferie e borghesi dei quartieri beni della capitale: in ogni caso un giro di non più di qualche decina di persone, frequentanti assidui degli stessi posti. Sono noti nel quartiere i luoghi di ritrovo, i personaggi più attivi, le affiliazioni politiche, i legami col mondo della droga e dei buttafuori delle discoteche: proprio alcuni dei club più noti della capitale sono poi per gli stessi i luoghi dove "sballarsi", esaltarsi in compagnia e cercare la rissa, senza troppa attenzione di chi capiti in mezzo.
 
Non manca in zona sede di Forza Nuova, nonché la famigerata storica ex sede MSI di Acca Larentia, luogo simbolico di memoria e ritrovo dei neofascisti delle più varie tendenze, che in tempi recenti avrebbero finito per regolare a suon di gambizzazioni i dissidi sulla sua gestione
Da questo mondo in bilico tra la militanza di estrema destra e le frequentazioni di pub connotati politicamente e discoteche "in" partono poi i raid squadristi, solo raramente oggetto di denuncia e pubblicità, aventi a bersaglio militanti antifascisti o chiunque sia considerato un "diverso": immigrati e gay primi fra tutti.
Fra i fatti finiti recentemente nelle cronache giornalistiche, il pestaggio di uno studente del Mamiani, il raid contro un pub a Garbatella, ripetute aggressioni nella non lontana "gay street" di Roma. Davvero la Questura di Roma sa su quanto accade meno di qualunque abitante del quartiere? Non sa chi delinque ripetutamente, chi sorvegliare, quali sedi e ritrovi tener d'occhio per prevenire il verificarsi di nuovi e efferati reati? Nell'attesa che si sappia di più, intanto c'è da scommettere che anche in questa vicenda uscirà fuori il nome di qualche "solito noto".
 
Foto: Tony Webster/Flickr

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