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 Home page > Tribuna Libera > Adozioni: l’Italia prima in Europa per le adozioni internazionali

Adozioni: l’Italia prima in Europa per le adozioni internazionali

Sulla base di dati diffusi dal CAI - Commissione per le Adozioni Internazionali (autorità centrale italiana per le adozioni straniere, con sede in Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) l’Italia è in Europa il primo paese numero di minori stranieri adottati ed è secondo al mondo solo gli USA.

Che cos’è l’adozione internazionale?

Profilo burocratico-procedurale

Attenendoci al solo profilo burocratico-procedurale, possiamo rispondere che è l'adozione di un bambino straniero fatta nel suo paese, di fronte alle autorità e a alle leggi di quel Paese. Implica requisiti che sono più o meno gli stessi dell’adozione nazionale (è consentita a coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni, senza che nel frattempo sia intervenuta alcuna separazione personale neppure di fatto; l'età deve superare di almeno 18 e di non più di 45 anni l'età del minore etc.), ma affronta una procedura più lunga e tortuosa.

Innanzitutto la coppia deve presentare dichiarazione di disponibilità al tribunale per i minorenni del distretto di residenza, al fine di ottenere una dichiarazione di idoneità all'adozione. I coniugi devono, quindi, sottoporsi ad accertamenti medici ed a colloqui di ore con psicologo e assistente sociale, volti ad accertarne e valutarne le potenzialità genitoriali. Al termine dell'indagine una relazione è inviata al tribunale, che convoca i coniugi. Il giudice minorile ha, infine, la responsabilità di rilasciare il “decreto di idoneità”.

In possesso del decreto, la coppia deve iniziare, entro un anno dal suo rilascio, la procedura vera e propria di adozione internazionale dando “mandato” ad uno degli enti accreditati dalla Commissioni per le adozioni internazionali. L’ente seguirà la coppia svolgendo tutte le pratiche, a volte molto complesse, col Paese straniero e accompagnando la coppia fino all’incontro col minore e all’autorizzazione degli organi competenti di quello Stato. Infine, il CAI autorizza l'ingresso del minore in Italia e la sua permanenza. Trascorso l' eventuale periodo di affidamento preadottivo, il Tribunale per i minorenni ordina di trascrivere il provvedimento di adozione nei registri dello stato civile.

I tempi dell’espletamento dell’intero iter sono lunghi (dai 3 ai 5 anni), i costi importanti (decine di migliaia di euro). Questi ultimi si suddividono tra quelli sostenuti in Italia per le fasi preliminari (spese per i documenti, spese per informazione e formazione della coppia, individuazione del Paese estero, assistenza nella preparazione e nell’inoltro dei documenti al Paese prescelto, assistenza prima e dopo l’adozione) e quelli sostenuti all’estero (abbinamento del bambino ed espletamento dell’iter legale, del viaggio, del vitto e alloggio nel periodo di permanenza).

 

Paese\ Anno

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015*

Stati Uniti

20.679

19.613

17.438

12.753

12.149

9.320

8.668

7.094

6.441

5.648

Italia

3.188

3.420

3.977

3.964

4.130

4.022

3.106

2.825

2.206

2.216

Spagna

4.472

3.648

3.156

3.006

2.891

2.573

1.669

1.191

824

np

Francia 

3.977

3.162

3.270

3.017

3.508

2.003

1.569

1.343

1.069

815

Canada 

1.568

1.715

1.614

1.695

1.660

1.516

1.162

1.243

905

np

Germania

662

783

718

606

524

624

452

289

227

np

Paesi Bassi

816

782

767

682

705

528

488

401

354

np

Svezia

879

800

793

912

729

630

466

341

345

np

(numero di minori adottati per anno e Paese - fonte: “L'Italia in controtendenza rispetto al calo delle adozioni internazionali di tutti gli altri Paesi di accoglienza”, 16/05/2016 - CAI)

 

Profilo psicologico, affettivo e formativo

Se guardiamo al profilo psicologico, affettivo e formativo della coppia, la decisione di adottare matura, il più delle volte, nella sofferta speranza di veder realizzato un desiderio di genitorialità. I coniugi hanno da riempire un vuoto, che è come un lutto. Intraprendono, quindi, un percorso che spesso si rivela una peregrinazione. Essa, infatti, non è solo quella che li condurrà spesso dall’altro capo del mondo, ma è ancor prima una peregrinazione interiore

Dall’altra parte incontreranno un altro vuoto, più terribile ancora: bambini che portano di sé un’esperienza di abbandono, che, comunque, li segnerà per sempre, perché hanno subito uno strappo dentro, la perdita della mamma e del papà biologico. Potrebbero essere bambini sottoposti a violenze da parte dei genitori o degli adulti che in qualche modo si sono occupati di loro. Potrebbero essere bambini abusati. In ogni caso, saranno bambini che non hanno conosciuto abbracci, coccole, bambini soli e indifesi, a volte denutriti, in balia di grandi che o non li hanno amati o non li hanno potuti amare.

Sarà anche per questo che il bambino abbandonato presenta spesso ritardi nello sviluppo psico-fisico e, quanto meno, non è un bambino facile. Sembra quasi che s’impieghi a sfidare la pretesa genitoriale dei genitori adottivi. Sembra che ne voglia forzare la resistenza e la determinazione. Sembra che ne voglia provare l’affidabilità. Ma ha certamente un bisogno tremendo di affetto, lui che si trova inopinatamente davanti degli estranei, che parlano finanche una lingua diversa, lui che ha bisogno di essere rassicurato e accettato, malgrado tutto.

I novelli genitori devono, perciò, avere grande motivazione e grande affiatamento di coppia. Né dovranno avere fretta che tutto funzioni alla perfezione, quanto piuttosto pazienza e malleabilità. "Questi bambini mettono a dura prova i genitori: mollano calci, provocano, scappano di casa - racconta Donatella Ceralli, madre adottiva del Ciai (Centro italiano aiuti all'infanzia) -. Vogliono misurare il grado d'affetto di mamma e papà, essere certi che, per quanto cattivi, non verranno abbandonati mai più. Commettono piccoli furti che vivono come risarcimento del rapimento di cui si sentono vittime: all'inizio la loro percezione è quella di essere stati rubati alla famiglia naturale. A scuola, poi, non sono certo i primi della classe, la sfiducia in se stessi li frena in tutto" (Perché sempre più bambini adottati vengono restituiti? di Antonella Trentin - Donna Moderna, Settembre 2003).

Se avranno la tenacia di tirare fino in fondo, si ritroveranno ad essere genitori al di là del ruolo e dell’immaginazione, genitori del cuore, oltre la biologia. 

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