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Addio Sandro

Alle volte giravo canale, mi ritrovavo su trasmissioni che di solito non guardavo, e mi soffermavo, quando lo vedevo, spesso in disparte con la pipa spenta e braccia conserte, l’espressione tesa a definire il perimetro del prossimo intervento, mai banale, spesso mirato e forte di spunti.

Purtroppo non lo ritroveremo nei salotti televisivi e comprando Liberazione non troveremo il suo editoriale, Sandro Curzi ci ha lasciato questa mattina, all’età di settantotto anni.

Non ho molte parole da spendere a riguardo, mi dispiace molto e basta, come quando morì Enzo Biagi, come se a morire fosse stata una delle piccolissime parti che mi potevano ancora legare allo schermo o alla carta stampata della mattina, quel pensiero, quell’idea, quel "vediamo cosa ne pensa Curzi".


Non mi interessa di Ferrara, di Scalfari o di Bocca, onestamente mi sono sempre piaciuti i miti lottatori come Curzi, come Foa. Ed è forse destino che siano deceduti a così poco tempo di distanza.


Quella sopra credo sia stata la sua ultima intervista, ma non vedetela come testamento, come ultima testimonianza audio. Un addio, e un forte abbraccio, Sandro.

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