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Accorinti sindaco a Messina. Quando si riesce a fermare il treno con il c***

Al primo turno elettorale di due settimane orsono una valanga di voti del 24% gli aveva consentito di superare il candidato delle destre e di essere ammesso ad un improbabile ballottaggio ; domenica e lunedì scorsi la valanga è diventata una apocalisse e Renato Accorinti ha tranquillamente superato di quasi 5 punti percentuali il candidato delle sinistre.

Il potente apparato dei partiti della seconda Repubblica messo in ginocchio da un sognatore, che di mestiere fa il docente di educazione fisica e che dedica buona parte del suo tempo libero all’assistenza dell’anziana madre.

Accorinti è un ambientalista del tutto estraneo alle logiche partitiche e non è possibile spiegare il suo incredibile successo senza far ricorso alla sociologia ed all’economia. Senza ragioni profonde non sarebbe certamente riuscito a fermare il treno con il culo, cosa che un vecchio detto siciliano asserisce impossibile (non in sintonia, peraltro, con alcuni esempi storico-religiosi come quello del duello fra Davide e Golia).

Proviamo a ricercarle, queste ragioni profonde. Magari troveremo che l’attuale crisi economica globale può diventare una opportunità immensa ed insperata.

Per oltre sessanta anni, durante la prima e la seconda Repubblica, il Meridione d’Italia è vissuto inserito in una logica perversa che prevedeva la sua dipendenza economica dallo Stato in cambio di alcune funzioni da svolgere, e precisamente :

  1. Essere un serbatoio di voti per le forze conservatrici al potere, la Democrazia Cristiana nella prima Repubblica ed il partito di Silvio Berlusconi nella seconda ;
  2. Essere un mercato per il Nord manifatturiero ed anche imprenditoriale in senso ampio (la Cassa per il Mezzogiorno, si soleva dire, era stata inventata dai milanesi!).

La cosa funzionava nelle linee generali. Purtroppo non mancavano gli effetti indesiderati anche gravi. Ricordiamo il diffondersi ed il proliferare della malavita organizzata ed il clientelismo politico. Il primo fenomeno era il più appariscente: siamo arrivati persino alle serie televisive di “La piovra”. Il secondo, invece, era il più grave perché le manipolazioni del clientelismo politico hanno portato allo sfilacciamento ed alla disgregazione del tessuto etico sociale meridionale. Erano manipolate assunzioni e carriere nella Pubblica Amministrazione; pubblici incarichi e pubblici affidamenti; concessioni ed atti autoritativi di ogni sorta; voti elettorali e cariche politiche. La popolazione si suddivideva in una minoranza di privilegiati ed in una sterminata maggioranza di vittime dell’ingiustizia.

Tutto questo aveva, però, bisogno assoluto della possibilità di spesa pubblica, possibilità che oggi la crisi economica globale ha negato. Da ciò la fine del clientelismo politico e tutto quanto a catena ad esso connesso.

La crisi economica globale si sta così rivelando proprio una opportunità immensa ed insperata; e Renato Accorinti è riuscito a fermare il treno con il culo.

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