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 Home page > Attualità > Cronaca > "Abbiamo tagliato le province!" Gli sprechi che resistono

"Abbiamo tagliato le province!" Gli sprechi che resistono

Abbiamo tagliato le province! Quante volte lo abbiamo sentito lo slogan da parte dei fedelissimi renziani ("avanti come un rullo" diceva Renzi stesso).
La svolta buona con gli 80 euro, il taglio del Senato, delle province.
Le riforme che il paese aspettava da 20 anni e che venivano bloccate dai professoroni, dai rosiconi e dai gufi. Ma forse Renzi dovrebbe stare attento ai ghiri più che ai gufi.
I dipendenti della provincia di Napoli che dormono in servizio, come ci racconta Fabrizio Gatti su l'Espresso. Il ritratto dell'Italia delle clientele, degli sprechi, degli amici degli amici.

Lo yacht dei dipendenti provinciali a Napoli.


La la «sala Odevaine» e le spese folli per la nuova sede della Provincia romana: 263 milioni che due presidenti Pd hanno lasciato in eredità ai cittadini.
La nuova sede in Brianza: oltre 24 milioni di costo e gran parte dei locali vuoti. 

Continua Gatti:
"In Sardegna le quattro Province più piccole d'Italia sono state abolite nel 2012, ma continuano a produrre spese: ora si chiamano «ex Province».
Doveva essere la grande riforma per tagliare gli sprechi e modernizzare il paese. Ma è ancora tutto bloccato. Tra impiegati che dormono sulle scrivanie e dirigenti che saltano su poltrone migliori

A Vibo Valentia, una delle Province che ha dichiarato il dissesto, i dipendenti, senza stipendio da cinque mesi, cuociono sulla brace in garage le salsicce comprate con la colletta: così anche chi non può più permettersi di fare la spesa, ha da mangiare".

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.45) 8 marzo 2015 18:44

    Quale Merito >


    L’avvio dell’operazione di QE è il terzo memorabile intervento finanziario promosso da Mario DRAGHI da quando è Presidente della Bce.

    Prima, a inizio 2012, ha lanciato il piano (da oltre 1000 miliardi) di prestiti triennali agevolati per rifinanziare le Banche dell’UE.

    Dopo, a fine 2012, ha varato il piano anti-spread (acquisto illimitato di bond) che ancora procede al ritmo di 13 miliardi al mese.


    Innegabili sono stati gli effetti positivi prodotti.

    Anche per l’Italia.

    Ogni volta il nostro spread ha perso circa 180 punti.

    In concreto. Anche se nel frattempo il nostro Debito è aumentato di oltre il 7% e salvo ulteriori ribassi dello spread, il premier RENZIsta risparmiando” (rispetto a Monti) sui 12-14 miliardi all’anno per i minori interessi da pagare. Una cifra che, ad esempio, supera di gran lunga la posta di bilancio dei suoi 80 euro.

    Di più.

    Non si può affatto scordare la svalutazione dell’Euro (finora del 22%) a tutto vantaggio delle nostre esportazioni.

    Una volta aggiunto il taglio del prezzo del petrolio non meraviglia che DRAGHI preveda per il PIL europeo una crescita dell’1,5% nel 2015.


    Con queste premesse è evidente che ci sono tutte le condizioni di base perché l’Italia riesca ad imboccare la via della ripresa economica.

    Tutti parlano di occasione “da non perdere”. Forse perché le “epocali” riforme di RENZI sono ancora da attuare.

    Per contro. DRAGHI ha già dimostrato di conosce valore e significato di Parola e Merito

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