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A vent’anni dall’assassinio di Jerry Essan Masslo

VILLA LITERNO – Finisce con una doppia preghiera: cristiana e musulmana la commemorazione a venti anni dall’assassinio di Jerry Essen Maaslo.

VILLA LITERNO – Finisce con una doppia preghiera: cristiana e musulmana la commemorazione a venti anni dall’assassinio di Jerry Essen Maaslo. L’Amministrazione di Villa Literno ed il costituendo Forum Antirazzista della Campania hanno deposto mazzi di fiori sulla tomba dell’esule sudafricano barbaramente assassinato per essere derubato dei suoi pochi averi.
La manifestazione è stata organizzata dall’associazione di volontariato medico sociale “Jerry Essan Masslo”, presieduta dal dottor Renato Natale, componente del costituendo Forum regionale per i diritti civili e contro il razzismo. Toccante è stato il momento in cui il referente di Libera Caserta, Valerio Taglione, nel togliere dal fascio di fiori alcune rose, ha onorato anche le diverse sepolture senza nome e senza croce dei tanti immigrati che hanno perso la vita a Villa Literno e di cui non si è riuscito a conoscerne l’identità.

«Siamo qui oggi – ha detto Renato Natale – per ricordare, oltre a Jerry, i tanti nostri amici immigrati che qui hanno trovato la morte. In questo cimitero ci sono tante tombe anonime di molti di loro che nemmeno dopo la morte hanno avuto la possibilità di avere un nome». E’ stata poi annunciata, dai rappresentanti del Forum Antirazzista, una due giorni di studio sui temi dell’immigrazione «Dall’Africa, all’Italia, alla Campania» che si terrà proprio nell’Agro Aversano il 26 e 27 settembre prossimi.

«Jerry non è morto – ci racconta Nasser Hidouri, Imam della moschea di San Marcellino – ma vive con noi. La sua storia ha dato il via alla presa di coscienza degli immigrati ed ha fatto capire quali erano le reali situazioni del fenomeno. Oggi dobbiamo fare lo stesso noi religiosi, le istituzioni, le associazioni ed i sindacati e le persone intervenute stamattina, dobbiamo impegnarci e combattere ogni tipo di discriminazione».
«Nei racconti di suoi amici africani – continua Renato Natale a capo dell’associazione di medici volontari, che porta proprio il nome di Masslo,impegnata nel prestare soccorso medico ed aiuto umanitario agli immigrati del litorale domitio – sento spesso dire che Jerry aveva un sogno, che era quello di restare in Italia, stabilirsi in Italia, di poter vivere qui. Uccidendolo gli è stato negato il diritto alla ricerca della felicità».

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