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A veder l’Italia di oggi viene da piangere, ma...

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Per chi come me ha vissuto parte della sua vita in una Italia migliore di quella di oggi, viene davvero male al cuore a vedere com'è stato ridotto questo paese.
Avevamo un Sistema Sanitario Nazionale invidiabile, secondo soltanto a quello francese, sia per l'estensione che per il livello delle prestazioni che venivano erogate. Poi i tagli alla sanità hanno fatto progressivamente a pezzi questo fiore all'occhiello del nostro paese: aziendalizzazione, ticket, allungamento dei tempi utili per visite specialistiche, crollo generale della qualità dei servizi, ecc... Non intendo dire che tutto sia da buttare, ma è lampante che il SSN odierno non corrisponde manco lontanamente a quello di un tempo.

Avevamo una scuola fra le migliori del mondo e università con settori di ricerca che gareggiavano addirittura con quelle americane per livello qualitativo. In questi ultimi lustri invece il settore dell'istruzione è stato letteralmente massacrato con riforme una peggiore dell'altra che hanno fatto abbassare il livello complessivo del corpo insegnante e messo a repentaglio perfino la sicurezza delle strutture dei plessi scolastici. La ricerca poi si è salvata soltanto grazie alle donazioni di privati e non certo grazie allo Stato che ormai la ignora quasi del tutto.
Si costruiscono case popolari col contagocce, l'inquinamento ormai non si estende più soltanto all'aria che respiriamo ma anche alle falde acquifere, il territorio e le coste vengono trapanate di continuo alla ricerca ridicola di risorse energetiche che hanno però come unico effetto di rendere ancora più fragile la complessa morfologia del nostro paese, si è giunti perfino a inventare malattie inesistenti che rischiano di mettere ulteriormente in ginocchio un'agricoltura e allevamenti che vengono continuamente perseguitati da esecutivi che hanno più a cuore quanto dicono a Bruxelles e nei consigli di amministrazione delle multinazionali che fra la gente che ogni giorno fatica a mettere un piatto a tavola.

Il sistema finanziario è talmente immacolato e protetto da poter rovinare impunemente cittadini senza che lo Stato li tuteli, i sindacati confederali fanno finta di sbraitare contro delocalizzazioni e precariato salvo poi allinearsi alle logiche del potere economico che dominano il paese, il lavoro sia dipendente che autonomo viene mortificato attraverso contratti capestro, tassazioni al limite dello strozzinaggio e condizioni indegne di un paese civile.

Non vinciamo più un Nobel dal secolo scorso, gli intellettuali di grande levatura che avevamo un tempo non hanno manco un erede degno di questo nome, il cinema e la musica vanno ormai a correnti alternate (a pochi grandi risultati si alternano prestazioni di una mediocrità assoluta), lo sport fornisce soddisfazioni più nelle discipline individuali che collettive (nel calcio siamo addirittura diventati una cenerentola a livello mondiale!).
Perfino nel turismo, l'Italia perde costantemente posizioni per la cronica incapacità nostrana di fare squadra e di valorizzare pienamente tutto il ben di Dio che abbiamo, ma anche per l'inadeguatezza e la presenza di una burocrazia demenziale che impediscono al nostro paese di tornare sul podio delle nazioni che contano in questo settore.
La libertà di informazione è compromessa dalle concentrazioni editoriali, da conflitti di interesse e da mezzi di diffusione delle notizie che risultano inadeguati e sono tesi a propagare unicamente fatti e eventi che non siano contrari alla linea editoriale degli imprenditori che li controllano in toto.


Nelle città la maggioranza della gente è ammassata in periferie degradate e in certi casi addirittura invivibili, non c'è una politica seria di accoglienza e di integrazione degli immigrati, il crimine organizzato ormai è parte integrante delle istituzioni e non fa manco più notizia e va a nozze con la massa di grandi evasori (tutti conosciuti dal fisco, ma nessuno che venga veramente condannato e punito per i reati commessi!).
Oggi per fare soldi in Italia, il mezzo migliore è fare politica, vivere alla greppia della comunità, affermando oggi una cosa e rinnegandola il giorno dopo prendendo costantemente per i fondelli il popolo bue, tanto alla fine della fiera cosa si rischia se si viene eletti da quest'ultimo con una delega in bianco?!
Ma non tutto è da buttare in questo paese, non ancora almeno.
Abbiamo ancora l'associazionismo e il volontariato più dinamici e forti d'Europa, una capacità di adattamento e una creatività che ci permettono mantenere un'industria di trasformazione che in Europa è seconda soltanto alla Germania, una economia circolare che si sta espandendo a grandissima velocità e che fa ben sperare per il futuro, un settore delle nanotecnologie e dei prodotti alimentari che figurano fra i fori all'occhiello di quello che era il Bel Paese.
Ci sono sindacati che difendono ancora i lavoratori e che non si sono piegati alle logiche del mercato, movimenti di protesta, di resistenza e di controproposte che stanno spopolando dovunque contro la prepotenza dello Stato e delle multinazionali impegnate nella devastazione del territorio, persone che all'interno delle istituzioni non si sono sottomesse al malaffare dilagante che ne sta minando la credibilità e che stanno cercando di amministrare in modo costruttivo e civile il proprio ente. 
C'è ancora bella gente in questo paese, ci sono ancora persone che vogliono sorridere al futuro e che credono in una società migliore tutta da progettare e costruire, ma comunque possibile.
E' giunto il momento di unirle in un grande movimento che come un fiume in piena dovrà mandare nei cessi della Storia tutto lo schifo a cui abbiamo dovuto assistere impotenti finora.
L'Italia merita di vivere questo Nuovo Rinascimento e abbiamo tutte le energie e i mezzi per riuscirci.
Provare per credere e smettiamola di piangerci addosso. 
Mostriamo di essere italiani e di avere l'orgoglio della nostra Storia e Civilità che sono uniche al mondo e che hanno dato un contributo formidabile all'evoluzione del genere umano.

Yvan Rettore

Questo articolo è stato pubblicato qui

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