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A Roma il nuovo rapporto su immigrazione e imprenditoria

Verrà presentato a Roma, il prossimo 10 luglio, il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria curato dal Centro Studi e ricerche IDOS in collaborazione con Unioncamere, Camera di Commercio di Roma, Confederazione Nazionale e dell’Artigianato e della Piccole e Media Impresa, MoneyGram ed esperti di altre strutture.

La pubblicazione completerà il panorama dei rapporti annuali sull’immigrazione, analizzando l’imprenditoria dei cittadini stranieri a tre diversi livelli: europeo, nazionale e locale. I dati, aggiornati all’inizio del 2014, permetteranno di comprendere le dimensioni dell’apporto offerto dagli immigrati al contesto imprenditoriale italiano e di riflettere sulle possibili prospettive.

In Europa, secondo le statistiche diffuse da Eurostat, operano 30,5 milioni di imprenditori: 1 lavoratore su 7, per il 70% maschi. Di questi, 4,9 milioni sono italiani; una cifra molto rilevante se si considera che in Germania il valore non raggiunge i quattro milioni.

Che tipo di iniziative sono condotte da immigrati? Si tratta principalmente di imprese individuali, divise equamente tra comunitari e non-comunitari. Il numero totale raggiunge quasi i due milioni, concentrati principalmente in Germania e Gran Bretagna e Italia.

Nella Penisola le caratteristiche dell’imprenditoria immigrata ricalcano quelle delle imprese autoctone, distinguendosi per le dimensioni medie estremamente ridotte. Una peculiarità, questa, che si traduce in vantaggi e svantaggi sia per gli italiani che per gli stranieri. Alla maggiore dinamicità e all'elevato grado di coinvolgimento che queste mini-imprese sanno esprimere, si affianca una evidente difficoltà a competere sul piano internazionale, sul quale si affacciano realtà sempre più strutturate ed efficienti. Le imprese artigiane italiane sono in diminuzione da 5 anni proprio in ragione di queste sperequazioni.

Come emerge dai dati delle Camere di Commercio, l’Italia riveste un ruolo leader nell’ambito dell’imprenditoria immigrata. Su 6.061.960 imprese totali, 497.080 sono controllate da stranieri. L’80% di queste sono imprese individuali ma si registrano aperture sempre più frequenti a forme di imprenditoria più complessa, comprese le società di capitali. Un aspetto peculiare e rilevante dell’imprenditoria immigrata in Italia è la sua capacità di rinnovarsi e di resistere alla crisi; una forza che gli ha permesso di compensare la generale diminuzione delle imprese a guida autoctona.

Anche in una congiuntura di grave crisi sistemica, dunque, gli immigrati si confermano risorsa fondamentale per il Paese. La controtendenza è evidente: se nel 2013 le imprese italiane hanno subito complessivamente un calo dello 0.9% su base nazionale, quelle gestite da stranieri hanno fatto registrare un incremento del 4,1%. Un risultato che garantisce un contributo concreto al sistema economico italiano e che concorre, attraverso le rimesse, allo sviluppo dei paesi di origine dei migranti.

Anche a livello geografico il sistema replica le caratteristiche del modello autoctono, con una maggiore concentrazione di imprese nelle regioni del Nord e una progressiva diminuzione delle iniziative nel Centro e nelle aree del Meridione.

Il rapporto verrà presentato a Roma presso l’Auditorium di via Rieti, nell’area provinciale a maggiore concentrazione di imprenditoria immigrata. Interverranno i rappresentanti delle organizzazioni promotrici, il senatore Claudio Micheloni, Presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero e il Direttore Generale e delle Politiche di Integrazione presso il Ministero del Lavoro, Natale Forlani. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, non potrà essere fisicamente presente ma parteciperà ai lavori con un messaggio.

Dopo Roma, la presentazione sarà replicata in altre città della Penisola.

 

Foto: Wikimedia

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