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A Milazzo scende in campo il rugby da fascio-combattimento

Lo straordinario Promontorio di Capo Milazzo che si affaccia sulle isole Eolie, sito di importanza comunitaria dall’aprile del 2000. Sino a fine agosto, lo Stadio delle Palme della Fondazione “Barone Giuseppe Lucifero di S. Nicolò” di contrada Baronia al Capo, ospiterà il Grest estivo di una piccola società di rugby. 

Escursioni all’aria aperta nella Fondazione Lucifero, laboratori creativi, manuali e di letture e tanto sport, le attività destinate a bambine e bambini. “Il Grest è stato voluto dall’Amatori Milazzo Rugby S.r.l., sodalizio che ha scelto anche di operare nel sociale, e che si avvale del patrocinio di Parmareggio, dell’Acqua Fontalba e di Pagnotta è salute dei Fratelli Presti, oltre che di Aiuto Amico”, spiegano gli organizzatori. Per poter utilizzare le strutture, l’Amatori si è affidata ad un’altra società sportiva, la “Vincenzo Patti” di Milazzo, “titolare della concessione rilasciata dalla Fondazione Lucifero”. Una specie di subappalto dunque, di cui però non c’è traccia tra i documenti e gli atti pubblicati nel sito istituzionale dell’ente di diritto pubblico.
 
Grest istituzionali e non
La Fondazione è stata istituita in esecuzione al volere del barone Giuseppe Lucifero di S. Nicolò, ricco proprietario terriero vissuto nella prima metà del secolo scorso. Riconosciuta come “Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.)”, la Lucifero è soggetta al controllo dell’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro ed è amministrata da un Cda presieduto dell’avv. Francesco Marullo di Condojanni, pure presidente degli Ordini Forensi della Sicilia. “La Fondazione espleta con mezzi finanziari propri attività a carattere socio-assistenziale nonché educativo-didattico-ricreativo-ambientale in favore di minori, anche mediante l’istituzione di centri diurni e/o residenziali o colonie estive e/o permanenti”, riporta lo statuto. È iscritta, fin dal 2012, ad Avviso Pubblico di Libera, l’Associazione contro tutte le mafie, fondata da Don Luigi Ciotti, che, in virtù delle sue numerose visite ed in qualità di ambasciatore, detiene le chiavi di quella che prende il nome di Città dei bambini spensierati”. Le attività a favore dell’infanzia rientrano nell’ambito del progetto “Gigliopoli”, svolto dalla Fondazione in partnership con l’Associazione Il Giglio aderente al Presidio nazionale di Libera. Ed è appunto solo al Giglio che è stata affidata la colonia “negli immobili interni ed esterni della Fondazione Lucifero”.
Ricapitolando, a Capo Milazzo sono attivi due campi estivi per bambini: uno ufficiale, affidato ad un’associazione no-profit e con contributi pubblici della Fondazione; uno ufficioso, con tanto di sponsor privati, gestito da una società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata.
 
Il rugby per organizzare il modello di società
Fondata l’1 giugno 2017, l’Amatori Milazzo Rugby ha un capitale sociale di 1.500 euro versato dai quattro soci fondatori. Il 22 settembre 2017 si è affiliata alla FIR – Federazione Italiana Rugby, ma il 16 luglio 2019, su delibera del Consiglio federale, l’Amatori si è vista revocare l’affiliazione per il “comprovato mancato svolgimento delle attività ritenute da FIR obbligatorie ai fini dell’iscrizione al Registro delle associazioni e società sportive dilettantistiche del CONI”. Il 19 marzo 2020 la FIR ha comunque autorizzato una “nuova affiliazione” della squadra milazzese.
 
Nonostante la revoca dell’iscrizione federale, a fine ottobre 2019 l’Amatori Milazzo ha sottoscritto una convenzione “a titolo gratuito” con la dirigente dell’Istituto Comprensivo Primo Milazzo, dott.ssa Elvira Rigoli, per realizzare il “Progetto sportivo Dalla Scuola alla Meta” per complessive 56 ore di attività con gli alunni della primaria e della scuola media. Il progetto ha preso il via a febbraio ma è stato sospeso a seguito dell’epidemia da Covid-19 e la chiusura anticipata delle scuole. Con l’I.C. Primo Milazzo l’Amatori Rugby S.r.l. aveva realizzato un analogo progetto sportivo-educativo nell’anno scolastico 2018-19, “grazie al sostegno della Raffineria di Milazzo e altri sponsor privati: l’azienda di Acque oligominerali Fontalba e Idea Energia, azienda fornitrice di luce e gas sul territorio nazionale, già sponsor della squadra femminile del calcio Napoli”, come si legge nel comunicato della società sportiva.
“Il motivo che ci ha spinto a fondare una nuova società di rugby è la convinzione che ognuno possa avere in mente una propria idea di società, un suo modello di organizzazione e di gestione diverso”, ha spiegato il presidente del consiglio d’amministrazione e socio-fondatore dell’Amatori Milazzo, Sergio Chillè. Per tentare di comprendere quale possa essere il “modello di società” agognato, abbiamo provato a leggere e decifrare i contenuti postati sul profilo facebook del team sportivo. Tra generiche elencazioni di buoni principi, compaiono pure alcuni commenti che lasciano intendere come oltre all’amore per la palla ovale, i dirigenti condividano il sentire politico verso la destra estrema e alcuni suoi rappresentanti politici.
 
Nostalgici in doppiopetto
Il 24 agosto 2019 veniva pubblicata una foto che ritraeva il Chillé che consegnava un pallone da rugby al governatore della Regione Siciliana, on. Nello Musumeci, leader storico siciliano prima dell’MSI - Movimento Sociale Italiano e poi di Alleanza Nazionale. Grazie Pres. Musumeci, il titolo-commento. L’8 maggio 2020 è l’Amatori Rugby a ricevere in regalo un piatto in ceramica con il logo del sodalizio sportivo da parte dell’“amico artista Nicola Cristaldi, nonché titolare dell’azienda Hajtoarte di Mazzara del Vallo (Tp)”. Cavaliere dell’Ordine di Malta ed ex militante della Giovane Italia e del FUAN, organizzazioni studentesche e universitarie dell’MSI, Nicola Cristaldi è stato deputato alla Regione Siciliana del partito fondato dal fascista Giorgio Almirante e poi di Alleanza Nazionale, nonché sindaco dei comuni di Calatafimi-Segesta e Mazara del Vallo.
 
Sono stati riservati elogi pure all’ex deputato ed odierno senatore della Repubblica Claudio Barbaro, già MSI, AN, PdL e oggi Lega-Salvini, ex dirigente del Centro Nazionale Fiamma e presidente sin dalla fondazione nel 1994 dell’ente di promozione sportiva di centro-destra ASI – Alleanza Sportiva Italiana. “Non si può non condividere l’intervento di oggi al Senato del Sen. Claudio Barbaro. Lo sport di base ha bisogno di far sentire forte la sua voce! Grazie Claudio”, il post pubblicato dall’Amatori il 13 maggio 2020. “Avanti Tutta Pres. Barbaro, allo sport non si fa l’elemosina”, quello di un mese prima.
 
Il 23 gennaio, copertina e amarcord per il politico-rugbysta Benito Paolone, scomparso a Catania otto anni fa. “Sempre un passo avanti a Tutti. Ci manchi Tanto Benito davvero Tanto. Noi Grideremo sempre più Forte: Aribba Aribba!”. A Paolone viene dedicato l’11 febbraio un video artigianale postato da Sergio Chillè su youtube in occasione del match Italia-Inghilterra. “Compatti come l’acciaio!!!!”, il commento. Benito Paolone è stato il fondatore e presidente dell’Amatori Catania Rugby. Figlio di un funzionario delle dogane del regime fascista in Croazia poi ucciso da una milizia partigiana jugoslava, Benito Paolone si trasferì a Catania negli anni ‘50, dove divenne dirigente della Giovane Italia e del FUAN. Successivamente venne eletto deputato regionale con l’MSI e parlamentare con AN.
 
Ok, nulla di male, in fondo c’è solo un soft-support a favore di “ex” fascisti che hanno preferito la cravatta e il doppiopetto alla camicia nera e al moschetto. Se però facciamo una capatina sul profilo personale del presidente dell’Amatori Milazzo, foto e sproloqui sono di ben altra portata. Già dipendente-collaboratore del gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale dal 2004 al 2013, Sergio Chillé vanta un’amicizia personale con l’on. Ignazio La Russa, anch’egli ex MSI e AN ed ex ministro della Difesa nel IV Governo Berlusconi e con Alberto Giorgetti, prima parlamentare di AN, poi con il Nuovo Centrodestra, viceministro dell’Economia e delle Finanze dal maggio 2013 al febbraio 2014. In Sicilia il Chillè è stato pure tra gli animatori della Fondazione Alleanza Nazionale insieme all’ex senatore Domenico “Mimmo” Nania, storico leader politico di destra di Barcellona Pozzo di Gotto e dintorni.
 
Rugby da fascio-combattimento
Il 13 marzo 2020, in piena pandemia, Sergio Chillè ha avuto l’ardire di pubblicare un manifesto degli anni ‘30 con un giocatore di rugby in corsa con la maglia della nazionale del tempo. “Il gioco del Rugby, sport da combattimento, deve essere praticato e largamente diffuso tra la gioventù fascista…” Achille Starace, recita la didascalia del poster. “Siccome le cose non sono molto chiare si consiglia di uscire in tuta ginnica per attestare attività motoria in corso, Achille Starace ne sarebbe contento ahahahah”, il commento di Chillè. Dal 1931 al 1939 Starace è stato segretario del Partito Nazionale Fascista, presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, luogotenente generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. “Nella veste di segretario operò per diffondere una capillare presenza del partito nella vita della società, cercando di coinvolgere nella fascistizzazione una parte più vasta dei ceti della media e bassa borghesia e settori delle masse popolari”, si legge nella sua biografia wikipedia. Achille Storace fu arrestato il 29 aprile 1945 a Milano da alcuni partigiani. Dopo un sommario processo in un’aula del Politecnico fu condannato a morte per fucilazione.
 
Sergio Chillè non ama occultare la matrice ideologica-culturale di riferimento. Nell’immagine di copertina del profilo personale compariva sino a qualche giorno fa un muro di mattoni con la scritta Lanciando sempre il cuore oltre le stelle. “Sempre per Sempre. Mai un dubbio mai una esitazione. A Carlo”, la dedica firmata dal presidente dell’Amatori. Il Carlo è Carlo Venturino, cantante e autore del brano ripreso dal Chillè, fondatore degli “Amici del Vento”, una delle band che negli anni ’70 diedero vita al fenomeno della “musica alternativa” nell’ambiente neofascista italiano. Venturino scomparve in un incidente stradale il 27 dicembre 1983, qualche giorno dopo un concerto tenutosi all’Associazione Nazionale Paracadutisti in memoria di due parà deceduti. Nel repertorio musicale preferito da Chillè compare pure Skoll (“cantautore rock “identitario”, genere amato da neonazisti, neofascisti e ultranazionalisti) e Rino Gaetano, definito dal milazzese “un cantautore fuori dal coro” e riprodotto indebitamente con addosso la casacca di Casa Pound Italia.
 
Di Casa Pound, la nazi-organizzazione xenofobo-razzista che proprio a Milazzo ha aperto per qualche tempo una delle sue prime sedi siciliane, Sergio Chillè si professa estimatore e difensore tout court. “Siete tristi ed al contempo patetici dei dinosauri. Non avete capito che non potete buttar giù la Torre. Casa Pound è un avamposto di Italianità”, commenta il presidente il 13 giugno. In tag un articolo comparso su Il Primato Nazionale che inneggia alla decisione di non procedere allo sgombero di Casa Pound a Roma e alla scelta del Tribunale di non riconoscere il reato associativo finalizzato all’istigazione all’odio razziale contro una decina di dirigenti neofascisti. Il Primato Nazionale è la rivista mensile di Casa Pound. Scrive Saverio Ferrari dell’Osservatorio sulle Nuove Destre: “In essa vi si trova condensata in rapida successione, articolo dopo articolo, la summa di un pensiero in cui si affastellano cospirazionismo, sovranismo, populismo, pseudo-antagonismo e pseudo-anticapitalismo, attacchi ossessivi alla Resistenza ed esaltazione del ventennio mussoliniano”.
 
Fiume e dintorni
Chillè si dichiara poi un accanito lettore dello scrittore e saggista francese Louis-Ferdinand Céline, noto per le sue posizioni filo-fasciste-naziste e antisemite e da lui stesso definito: “un rivoltoso senza speranze, libero da ogni schema e preconcetto”. Nell’olimpo letterario non poteva mancare ovviamente Gabriele D’Annunzio. Per omaggiare “Il Maestro, Il Poeta, Il Soldato, Il Vate”, il presidente dell’Amatori descrive una “piacevole conversazione telefonica” con l’attore-regista Edoardo Sylos Labini, autore del piece teatrale D’Annunzio segreto. Gettiamo le basi per diffondere la cultura Italiana. A Milazzo faremo certamente qualcosa di Bello”, spiega Chillè. Due anni e mezzo fa, Edoardo Sylos Labini ha fondato a Milano il movimento CulturaIdentità e l’omonimo mensile cartaceo che esce in edicola in allegato a Il Giornale.CulturaIdentità è un’associazione che ha come scopo la difesa, la promozione e la diffusione dell’Identità italiana e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e artistico”, si legge nello statuto. “Siamo operatori culturali, artisti, giornalisti, intellettuali e imprenditori che in un mondo globalizzato vogliono riscoprire il valore della nostra italianità”.
 
Silenzio parla Gabriele D’Annunzio. O Hermione, scrive ancora Chillè a margine di un post di Azione Dannunziana, altra organizzazione della costellazione dell’estrema destra italiana. “Azione Dannunziana si prefigge l’obiettivo non di preservare bensì di continuare l’opera sociale, culturale, politica e spirituale del Vate d’Italia, Comandante di Fiume, Principe di Montenevoso, Gabriele d’Annunzio”, spiegano i promotori. Le nostre idee, in quanto libere ed audaci, non sono ghettizzabili in sterili e democratiche etichette come destrae sinistra. Azione Dannunziana agisce pertanto all’interno del tessuto sociale ritenendosi al tempo stesso differente e superiore alla macabra e mediocre società moderna ed attuale. Fa proprio l’arditismo del Vate e dei volontari fiumani, inteso come massima ribellione ordinata, anarchia legionaria, disobbedienza militaresca ai fini della giustizia, interna ed esterna. La nostra idea di Rivoluzione parte dal sacro per sconfiggerlo dall’interno mantenendone la bellezza e rifiutandone ogni falsa morale degna di chi fa gestire la propria vita ai falsi miti creati a tavolino”.
 
“Noi siamo l’eretico mondo degli abissi del dio Anubi; la gioia sprezzante del pericolo che beffeggia il destino; la voglia di riscatto contro chi ha rubato i sogni di una gioventù devoluta alla vecchiaia”, aggiunge l’associazione neo-dannunziana.“Noi siamo al dì sopra di borghesia e proletariato, noi siamo la spirituale Aristocrazia Rivoluzionaria che lotta contro il mondo della mediocrità. Noi siamo la morte dell’orrido e dell’ignoranza. Noi siamo Azione”.
 
Il 2 aprile 2020 Chillè volge il suo sguardo culturale al di fuori dei confini nazionali e scrive: In memoria di Léon Degrelle Presente! Fedeltà è più forte del fuoco. Léon Joseph Marie Ignace Degrelle, nato a Bouillon il 15 giugno 1906 e morto a Málaga il 31 marzo 1994, è il fondatore del cosiddetto “rexismo”, movimento ultranazionalista cattolico-reazionario, indirizzatosi ideologicamente al nazi-fascismo. Dopo aver combattuto nella Seconda guerra mondiale nel contingente vallone delle Waffen-SS, Degrelle si rifugiò in esilio nella Spagna franchista, per divenire uno dei riferimenti teorici più apprezzato da diversi movimenti neonazisti europei.
 
Busti e miti dell’Italia del Ventennio
Nel profilo facebook del massimo dirigente dell’Amatori Milazzo Rugby non si contano le pose e i frammenti discorsivi di Benito Mussolini. Il 18 marzo Chillè posta l’immagine del duce in visita a Gardone, località del bresciano, durante le ultime tragiche fasi della Repubblica Sociale Italiana di Salò. “Questa foto mi è sempre piaciuta, e la trovo significativa”, scrive Chillè. “Siamo a marzo del ‘45, alla vigilia della fine, cioè: il Capo del Governo si reca a Gardone, trascura i suoi accompagnatori (si riconosce Graziani) e si ferma a chiacchierare, sorridendo, con uno sconosciuto omino (forse un addetto alla manutenzione). Perché M trattava con Capi di Stato, diplomatici, generali, professori universitari, scienziati e via dicendo, ma rimase sempre un uomo del popolo, che col popolo si trovava più a suo agio”.
 
Il 23 marzo 2020 Chillè commemora il giorno in cui 101 anni prima Benito Mussolini aveva fondato i Fasci italiani di combattimento. “È Storia patria”, scrive. “Da acquisire, senza cesure e senza odiose censure. Senza miserabili menzogne che vengono raccontate da 70 anni. Fatto questo, forse, torneremo ad essere Nazione”. Innumerevoli gli omaggi anche per colui che è stato il miglior erede del duce, Giorgio Almirante, tra i firmatari del Manifesto della Razza che diede legittimità ai furori antisemiti e razzisti del fascismo, poi capogabinetto del Ministero per la cultura popolare nella Repubblica di Salò e fondatore dell’MSI - Movimento Sociale Italiano. Chillè lo ricorda il 27 giugno in occasione dell’anniversario della nascita riportando una delle sue esternazioni più note. La destra o è coraggio o non è, è libertà o non è, è nazione o non è, così vi dico adesso, la destra o è Europa o non è. E vi dico qualcosa di più: l’Europa o va a destra o non si fa. “Il grande Giorgio Almirante: Buon compleanno segretario!”, conclude lo sportivo mamertino.
 
“Ciao Teodoro, son passati 7 anni. Con quella voce roca dammi una sigaretta un modo de dì. Una, due, tre. Poi mi chiamavi dall’Aula per dirmi stasera ceniamo alla Capannina dai miei corregionali Abruzzesi poi partita a scopone. Mi manchi canaglia di un Er Pecora”. Teodoro Er Pecora? E’ l’esponente di estrema destra Teodoro Buontempo, il primo segretario del Fronte della Gioventù di Roma, fondatore e conduttore negli anni settanta di “Radio Alternativa”, emittente ospitata nella sede dell’organizzazione giovanile dell’MSI. Teodoro Buontempo è stato poi parlamentare dell’MSI, di Alleanza Nazionale e de La Destra e anche pluri-candidato a sindaco della città capitale d’Italia.
 
Infatuazioni para-esoteriche e deliri storici
Tra le amicizie vantate del presidente del sodalizio mamertino ci sarebbe anche quella con la seconda figura istituzionale della Repubblica italiana. “Parlando col Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati sui simboli Bretoni, mi consigliava di chiedere eventuale realizzazione al Maestro Ferdinando Cotognotto”, scriveva qualche settimana fa Sergio Chillè. “Eccolo già a casa. Il Quartier Generale Casa Chillè si arricchisce sempre di più. Grazie Maestro Cotognotto per la realizzazione della Croce Bretone in legno di Cirmolo o Pino cembro”. Coincidenza vuole che la Croce Bretone sia stata assunta come emblema anche da Azione Studentesca, l’odierno movimento degli studenti medi di estrema destra. “La Croce Bretone è il nostro simbolo e racchiude in sé la continuità della Vita, l’infinito susseguirsi di nascita e morte, giorno e notte”, riporta A.S.. “La morte è solo l’abbandono delle forme da parte di questa energia per trasferirsi altrove, per continuare a scorrere”.
 
Sergio Chillè ama rivisitare e rielaborare pagine molto meno antiche della Storia. Come ad esempio quelle relative alle disavventure coloniali italiane in terra d’Africa. “1 luglio 1942. Inizio della prima battaglia di El Alemein. Il mito dietro il valore del Soldato Italiano. Mancò la fortuna, non il valore”, scriveva meno di un mese fa. Ancora meno digeribili, i commenti del presidente della società di rugby sulla Resistenza al fascismo e all’occupazione nazista. Lo scorso 25 aprile Chillè ha pubblicato in modo convulsivo una serie di post anti-Liberazione. “Si festeggia San Marco ed il Compleanno di Francesca Mambro. Altro non c’è”, il primo di essi, dove la persona citata è la (ex) esponente dei NAR - Nuclei Armati Rivoluzionari, autrice di numerosi crimini e condannata complessivamente a nove ergastoli, 84 anni e 8 mesi di reclusione (la pena si è estinta dal 2013).
 
Il secondo post è di qualche ora dopo. “Il governo del Contagio e Miseria autorizza la libera manifestazione del 25 aprile agli assassini strupratori (sic) di donne e bambine......mentre hanno negato agli italiani di festeggiare la Pasqua in chiesa o all’aperto!!! Vergogna. Mi Fate Sempre Più Schifo”. In calce un manifesto con Sofia Loren nell’indimenticabile interpretazione de “La Ciociara”. Peccato che mani nere lo abbiano profanato con la scritta 25 aprile 1945. 25.000 donne stuprate. Cosa festeggiate?
 
Buon giorno a Tutti Belli e Brutti. Oggi suona così giornatina ideale.
Arriverà anche il 29 Aprile ma statene certi Pioveranno Fiori a Piazzale Loreto”, scrive ancora Chillè il giorno della Liberazione con l’aggiunta dell’ennesima foto col faccione di Benito Mussolini. “Sì alla Pacificazione Nazionale. Nessun Odio”. Poi ancora un post indirizzato all’amica P. “Ti pensavo in questo giorno autarchico, in questo giorno di Vili, di Traditori, di Codardi. Chiamami”.
 
A fine giornata un’altra offensiva farneticazione. “La serata volge al termine, anche questo giorno se lo semo levato dalle palle”, esordisce Chillè. “Vi siete affacciati al balcone un tempo odiato ora osannato, ve siete fatti Belli per cantare bella ciao, mo rintanatevi. Questo video oggi vi calpesta vi brucia dentro…”. A seguire le immagini di un brutto videoclip infarcito di manifesti del Fronte della Gioventù.
 
Non sono mai esistiti ‘sti partigiani, ieri come oggi sono dei nani e ballerine che calcano la scena della politica italiana”, scrive ancora Chillè, incapace di occultare il suo odio per gli antifascisti combattenti. E aggiunge un aneddoto su una conversazione avuta al Teatro Argentina con l’attore e regista Giorgio Albertazzi. “Ascoltare il Maestro mi incantava. Mi raccontò di quel brevetto da paracadutista preso a Tarquinia, quei lanci, quell’esser pronto al portellone a luce verde controllando il paracadute. Del Camerata che ti precedeva. Chi era quel Camerata che mi precedeva? Un Giullare un uomo che si rivelò un pagliaccio di nome Dario Fo. Mi disse la mia Tristezza più Grande di quegli anni: vedere un Camerata che rinnega. Concluse dicendomi caro Sergino ricorda sempre c’è ci è nato per combattere chi per fare il burattino. Io mi definisco un perdente di successo. Tornai a casa molto più ricco perché un camerata mi aveva fatto una Lectio Magistralis sull’esser Uomo”. Fascista pure in vecchiaia il maestro Giorgio Albertazzi, già sottotenente nella Legione Tagliamento della Repubblica di Salò…
 
Una tremenda voglia di gridare: Boia Chi Molla!
Non poteva certo mancare il panegirico sulle vittime delle foibe nei territori di Istria e Dalmazia liberati dal terrore nazifascista. “Oggi è il compleanno della martire Norma Cossetto – scrive Chillè - nata il 17 maggio 1920 e trucidata tra il 4 ed il 5 ottobre 1943 gettata in una foiba da criminali comunisti dopo inaudite violenze, torture e sevizie che non è il caso di ricordare oggi... Nel giorno del suo compleanno vogliamo solo ricordare il suo bel sorriso”. In linea al revisionismo di questi ultimi anni, manca qualsivoglia accenno al drammatico contesto storico di quegli anni: il di lei padre, Giuseppe Cossetto, era un dirigente del Partito Nazionale Fascista e ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e ricoprì a lungo l’incarico di segretario politico del Fascio e podestà della cittadina croata di Visinada.
Altro post in memoria delle vittime del “terrore rosso” il 17 giugno. “Roma 16 giugno-1979: oggi è il giorno in cui si ricorda il vile omicidio di Francesco Cecchin”, ricorda Chillè.Per chi non conosce la storia la può trovare in rete. E le retate furono infinite in quegli anni, come quelle subite dalla sezione del MSI Balduina... e delle altre nei quartieri popolari di Roma... Francesco aveva 17 anni. Oggi è morto un Camerata ne rinascono altri cento. Presente!”. A corollario la foto di una lapide voluta dai neofascisti romani per ricordare Francesco Cecchin: Caduto per la rivoluzione. Il popolo lo onora. Militante del Fronte della Gioventù, Cecchin fu gravemente ferito da due persone la notte tra il 28 e il 29 maggio 1979; morì dopo diciannove giorni di coma. Il giorno prima del ferimento, il giovane aveva avuto un violento diverbio con alcuni militanti del PCI durante un attacchinaggio di manifesti elettorali. Gli inquirenti non sono stati in grado di identificare gli esecutori della mortale aggressione.
 
“No, nessuno rimane mai indietro fino a quando resta il suo ricordo, e il testimone é solo passato di mano e non caduto a terra... A Peppe Dimitri – Combattere è un destino”. Il 29 marzo Chillè commemora l’anniversario della morte di Giuseppe Dimitri detto Peppe, terrorista neofascista e militante storico di Avanguardia Nazionale, il movimento fondato da Stefano Delle Chiaie e, dopo un primo scioglimento, rifondato nel 1970 da un gruppo di fuoriusciti dall’MSI come Adriano Tilgher e Guido Paglia. Peppe Dimitri fu pure tra i fondatori di Lotta Studentesca e Terza Posizione e successivamente divenne membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari. Deposti casco e mimetica, l’estremista nero si iscrisse alla moderata Alleanza Nazionale, ricoprendo il ruolo di consulente di Gianni Alemanno, durante il suo incarico di ministro alle Politiche Agricole (2001-2006).
 
“Appassionato di tattica militare e di guerriglia urbana, allestì campi in boschi abbandonati o in montagne dai sentieri impervi, allo scopo di addestrare i giovani militanti alla lotta corpo a corpo, temprarne la resistenza fisica e abituarli alla sopravvivenza in situazioni estreme”, si legge su Giuseppe Dimitri in Wikipedia. “Insegnava anche l’uso di armi bianche, come bastoni e soprattutto martelli. Imbevuto di mitologia nibelungica era solito massacrare a colpi di martello i suoi avversari politici, i rossi, in omaggio all’arma preferita da Thor, gridando Per Odino. Nell’aprile del 1978 ridusse in fin di vita, colpendolo a martellate davanti ad un liceo romano e sfondandogli il cranio, lo studente Stefano Borsini, di quindici anni”. L’ambiente capitolino che Peppe Dimitri frequentò sino alla sua morte nel 2006 in un incidente stradale, era pure quello dei “neri” borderline come Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. E la sua agenda conteneva il numero personale di Pietro Musumeci, agente dei servizi segreti e membro della loggia massonica deviata P2, condannato per i depistaggi durante le indagini sulla strage fascista alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980.
 
Lasciamo al Cda della Fondazione Lucifero e alle istituzioni che lo compongono (Regione Siciliana, Comune di Milazzo, Corte d’Appello del Tribunale di Messina, Provveditorato agli Studi, Diocesi di Messina e Santa Lucia) la valutazione sulla legittimità e l’opportunità di concedere le proprie infrastrutture alla società sportiva presieduta da chi rivendica quotidianamente il suo essere fascista e che il 2 giugno arriva a scrivere che l’unica Repubblica è quella sociale. Di certo riteniamo incredibile che una scuola pubblica dell’Italia democratica e antifascista possa affidare all’Amatori Milazzo Rugby le attività ludico-sportive ed educative con bambini e pre-adolescenti. E a chi sembra aver la memoria troppo labile, suggeriamo di rileggere un’inchiesta giornalistica che pubblicammo neanche tanto tempo fa. Oggetto uno dei processi più rilevanti della storia della criminalità mafiosa peloritana. Il link è questo: https://www.stampalibera.it/2019/10/28/il-clan-romeo-santapaola-pigliatutto-combine-calcio-scommesse-e-progetti-anti-ludopatie/. Buona lettura….
 

Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 20 luglio 2020, http://www.stampalibera.it/2020/07/20/107133/

Questo articolo è stato pubblicato qui

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