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La costituzione materiale riconosce la leadership come nuova istituzione

Il vero nocciolo della questione è il non aver capito che per tanti motivi la Costituzione è ormai cambiata ed occorre prendere atto che il concetto di leadership è di valore costituzionale

Grazie a tutti per l’enorme affetto di queste ore per Silvio Berlusconi, per fortuna a fronte di un 30% di novelli adoratori di piazzale Loreto c’è una stragrande maggioranza di italiani che non tollerano di vedere una persona di 70 anni riempita di sangue in quel modo.

Sono convinto che molti di voi rossi da web sono come Tartaglia, la stessa faccia pscicolabile da sfigato e pezzente senza anima. E con qualche velleità frustrata di artistoide “sfortunato”.

Ma lasciamo perdere.

Quando Berlusconi decise di scendere in campo, nell’autunno del 1993, affidò la costruzione del partito ai due capi di Publitalia, la società che raccoglieva la pubblicità per il gruppo Fininvest, nelle persone di Dell’Utri e di Verdini. Il primo è da tempo sotto attacco della magistratura politicizzata, quelle toghe rosse che di recente han ricevuto lo smacco del niet dei fratelli Graviano alla loro costruzione teoremica contro la destra di governo.

Verdini è invece nel pieno del suo impegno politico ed è un grande organizzatore e conoscitore del mercato elettorale.

Nell’articolo pubblicato dal Giornale il 18 dicembre 2009 Verdini elenca gli obiettivi che il Pdl si propone di realizzare nei prossimi mesi e descrive come meglio non si potrebbe il ruolo di Berlusconi. “Lui ha costruito la figura del leader moderno anzi ha costruito la leadership come istituzione. Per affrontarlo, anche gli altri partiti dovranno affidarsi ad una leadership e se non riusciranno a farlo saranno sempre sconfitti.

Ma anche i “media” non potranno esimersi dal concentrare sul leader la loro attenzione, se vorranno cogliere il vero significato di quanto accade “.

Poi spiega che il Pdl non è un partito populista. È semplicemente un partito con una forte leadership, e – come sostiene Panebianco – “tramontata l’era dei partiti ideologici, è solo la leadership che può ridare forza alla politica”.


Un partito moderno ha due doveri primari: sostenere il suo leader e rispettare gli impegni assunti con gli elettori. Punto.

Occorre andare avanti a rimodellare la Costituzione e adeguarla alla Costituzione materiale; cambiare il sistema di elezione del Csm e quello della Corte Costituzionale; riformare la giustizia separando le carriere dei magistrati inquirenti da quelle dei giudicanti; concentrare nella figura del premier tutti i poteri dell’Esecutivo e sancire che tutti gli altri poteri siano tenuti a collaborare lealmente con lui perché lui solo è l’eletto del popolo e quindi investito della sovranità che dal popolo emana.

Cosa c’è di così terrificante in tutto ciò da far sbiadire i visi della Bindi e di Casini? Quanto è finto questo mezzo uomo che per più di un decennio è stato zitto zitto dietro il premier ed ora parla come fosse sceso dalla montagna coi tupac amaros?

Perché è un attentato alla Costituzione dire che la volontà popolare è la base fondante della democrazia, e che la Costituzione materiale della seconda Repubblica ha inserito nel nostro ordinamento un’elezione di fatto del premier che gli conferisce non solo il diritto di governare, ma un surplus di legittimazione rispetto ai presidenti del consiglio della prima Repubblica?

Io ho detto e ripetuto queste cose per molti mesi, ora cominciano a metabolizzarle e sintetizzarle anche altri ed era ora che finisse l’apologia della democrazia socialistica ”democratica ed antifascista” ed iniziasse l’epoca dei rapporti fiduciari speciali tra popolo ed eletto senza mediazioni e senz’altre giustificazioni.

Perché la gente vuole cambiamenti e non parlamenti imbalsamati che non fan nulla e perpetuano la casta dei burocrati.

La sinistra è per la casta, noi contro, nei fatti.

Con Berlusconi è cambiata la politica ed il rapporto tra eletto ed elettore, prima ci arrivate e considerate questo come un nuovo assunto e prima vi rimettete sui binari giusti con il sentire popolare. Altrimenti ci fate il solito piacere di mettervi una gonnellina ed andare in villa ad acchiappar farfalle mentre noi pensiamo a cambiare la nazione.

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