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Le inchieste sulle stragi fanno paura al Premier

 Alcuni pentiti hanno iniziato ormai a parlare a ruota libera sulla presunta trattativa tra mafia e stato (presunta ma ormai riconosciuta da personalità di grande rilevanza istituzionele), e qualcuno dopo 15 anni incomincia a farsela sotto...

Ne esce una nuova ogni giorno. Oggi è stato chiesto dal procuratura capo di Palermo l’interrogatorio del pentito Salvatore Grigoli (assassino reo confesso di don Pino Puglisi) alla Corte d’Appello nell’ambito del processo al senatore Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e già condannato in primo grado a 9 anni di reclusione. Il pg Antonio Gatto, sempre nella giornata di oggi, ha depositato presso la sua segreteria 29 atti a disposizione della difesa, tra cui i verbali dell’interrogatorio del pentito Gaspare Spatuzza e il confronto tra quest’ultimo e il boss Filippo Graviano.
 
Gaspare Spatuzza, uno dei pentiti che ha parlato di un presunto accordo politico tra Berlusconi, Dell’Utri e i fratelli Graviano, ha ricevuto una sorta di attestato di affidabilità proprio da parte del capomafia Giuseppe Graviano. Lo stesso Spatuzza è il pentito che sta tenendo in agitazione Silvio Berlusconi con il suo amico e fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri. Sarebbero loro infatti (secondo il pentito) i referenti politici di Cosa Nostra dopo le stragi del ’92. E’ di oggi la notizia che il collaboratore di giustizia sarà ascoltato nel processo a carico del senatore il 4 dicembre.
 
Le stragi del ’92 che uccisero Giovanni Falcone a Capaci e Paolo Borsellino in via D’Amelio, proseguirono anche nel 1993, in quella che è stata una vera e propria strategia del terrore. Tra il 26 e il 27 maggio esplode una bomba in via dei Georgofili a Firenze facendo 5 morti e 48 feriti. Il 27 luglio a via Palestro, sul Padiglione d’Arte contemporanea di Milano, altra esplosione dal bilancio pesante. Anche qui 5 morti. Sempre a luglio è la volta di Roma: due bombe, San Giovanni in Laterano a San Giorgio in Velabro. Per finire si fa rientrare nella strategia stragista anche l’attentato subito dal conduttore Maurizio Costanzo il 14 maggio 1993, quando, vicino al teatro Parioli, in via Fauro, al passaggio della sua vettura esplode un’autobomba con 90 kg di tritolo. Cosa Nostra revocò in extremis anche un mega-attentato allo stadio Olimpico di Roma che avrebbe dovuto far saltare in aria centinaia di carabinieri dopo una partita di serie A.
 
Giuseppe Soresina, il giudice che a Firenze ha archiviato la prima indagine sui presunti complici senza volto di Cosa Nostra del ’93, come ci ricorda Peter Gomez in un recente articolo su Il Fatto, usò una parolina che pesa molto sulle spalle del nostro Premier e del suo caro amico siciliano: "plausibilità". Infatti per 24 mesi "Autore Uno" e "Autore Due" erano stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Firenze, ma poi tutto era stato chiuso per decorrenza dei termini. Interessanti le parole del giudice, il quale scrisse a proposito del coinvolgimento di Berlusconi e Dell’Utri: "l’ipotesi di indagine" aveva mantenuto e semmai incrementato la plausibilità", e scrive di "rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali". Ma in quei 24 mesi non era stata trovata "la conferma" alle chiamate de relato di Giovanni Ciaramitaro e Pietro Romeo, due componenti del commando mafioso in azione nel nord Italia e successivamente al loro arresto divenuti collaboratori di giustizia. In questi giorni la procura di Firenze sta decidendo se riaprire quest’inchiesta che era stata archiviata dal gip, sulle responsabilità dell’Autore Uno e dell’Autore Due. Sono indagini che potrebbero far ricadere sul presidente del Consiglio l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e per Dell’Utri quella di concorso in strage aggravata da finalità mafiose e di terrorismo.
 
Non è d’altronde una novità che la villa di Arcore ospitasse tra le sue mura Vittorio Mangano, mafioso pluriomicida condannato da Falcone e definito "un eroe" dai nostri due illustrissimi eletti, nelle vesti di stalliere senza cavalli. Nell’ultima intervista a Paolo Borsellino fatta da due giornalisti francesi venti giorni prima della sua morte, e mai andata in onda in Italia, tranne che tanto tempo fa a tarda notte siu RaiNews24, il giudice parlò proprio di Mangano e dei suoi rapporti con Berlusconi e Dell’Utri, definendolo la testa di ponte tra Cosa Nostra e il nord Italia per quanto riguarda il traffico di stupefacenti e che solitamente quando Mangano parlava di "cavalli" si riferiva a partite di eroina. A novembre ’93, mentre lavora con Berlusconi agli ultimi dettagli della nascita di Forza Italia, Dell’Utri incontra almeno due volte Mangano nella sede di Publitalia a Milano, come risulta dalle agende del senatore.
 
Da diverse testimonianze emerse durante vari processi risulta anche che la nascita di Forza Italia portò alla rinuncia da parte dei boss siciliani al progetto di fondazione del partito Sicilia Libera, una sorta di Lega del sud che avrebbe dovuto aiutare i boss a scalare i vertici della politica nazionale. Saputo della nascita di Forza Italia decisero di rinunciare per appoggiare il progetto del loro corregionale a Milano.
 
Diciamo insomma, senza citare moltre altre "coincidenze", che sono abbastanza provati i rapporti che intrattennero il premier e il senatore con personaggi non proprio puliti, e si capisce come mai Berlusconi sia così spaventato dalle nuove inchieste sulle stragi da fargli dire recentemente, senza nemmeno essere stato chiamato in causa, che è "una follia che ci siano frammenti di Procura che da Palermo a Milano guardano ancora ai fatti del ’92, del ’93, del ’94", e ha aggiunto che "quello che mi fa male è che gente così, con i soldi di tutti noi, faccia cose cospirando contro di noi che lavoriamo per il bene del Paese".
 
Cos’è tutta questa agitazione? Il suo nome non è mai stato pronunciato da nessun componente di queste "procure eversive", perchè si agita tanto? Sa qualcosa che noi non sappiamo? Sicuramente i familiari delle vittime di mafia son più contenti di dare i loro soldi a "gente così", che ha a cuore la verità e la legalità, che non al nostro caro Premier che di soldi ne ha già tanti e sta dove sta solo per tenerseli ben stretti. E non capisco il motivo per cui anche a distanza di tutti questi anni, i familiari delle vittime non debbano conoscere la verità su chi siano i mandanti occulti di quelle azioni in cui i loro cari sono morti, come se la verità avesse una data di scadenza come la mozzarella...Non si comprende proprio il motivo di questo attacco. O sì?
 
Paura, eh?!
 

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