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La mia verità sul No Berlusconi Day e perchè niente sarà più come prima dopo il 5 dicembre 2009

Come è stato possibile che poche persone su Facebook abbiano creato questo ambaradan che ormai detta l’agenda politica del paese?

Quale è la forza vera, forse ancora sconosciuta , del web che cambia lo stesso concetto di partecipazione popolare, che modifica le relazioni umane quantitativamente e qualitativamente in modo tale che presumibilmente nulla sarà come prima dopo il 5 dicembre 2009?

Io non sono in grado di rispondere a queste domande in modo esauriente, posso solo raccontarvi come la sottoscritta, mezza schiappa del web, abbia avuto la fortuna di star vicino a questa storia, di sentirne l’odore attraverso la sua amicizia e la sua disinteressata collaborazione con Franca Corradini.

Franca Corradini lavora ad Arezzo, è una direttrice amministrativa combattiva che ha sempre lottato per la trasparenza amministrativa nella scuola. Ha condotto battaglie interne ed esterne sul web contro la corruzione e le sacche di malversazione, spesso da sola ma mai veramente isolata. Perchè aveva ed ha un alleato forte, il web.

Lei ha quasi sempre messo la sua faccia ed il suo nome, talvolta è stata costretta ad utilizzare dei nick nei momenti più delicati (uno dei quali mi pare fosse Robin ) quando solo il web è stato suo amico centuplicando il suo messaggio nelle mille voci che si disperdono in mille rivoli dappertutto e con ciò garantendole la necessaria pubblicità, garanzia per se stessa e le proprie battaglie.

La conosco ormai da un paio d’anni, ma dico subito – e così scandisco immediatamente uno dei temi del post – che il concetto di tempo nel web è molto relativo. Conoscersi sul web crea una complessità di rapporti ed una profondità di scambi che fa sì di ottenere in pochi mesi una reciproca conoscenza di livello tale che nella vita cosiddetta reale si raggiunge con almeno il triplo del tempo.

Posso dire che Franca è una donna tosta in concreto, nei fatti. Io ho la prova provata di quel che dico.

Lei non ha mai avuto paura di iniziare battaglie anche da sola come ho detto perchè ” sola” nel web non lo sei mai; nel senso di isolata, intendo, specie una come lei che sa utilizzare il web in questo modo. Mi ha sempre detto dell’importanza di internet ed io spesso non le credevo ma ha smentito ogni mia prudenza o riluttanza. Prima organizzando da sola una serie di battaglie che l’hanno resa famosa nel suo ambiente, la scuola, vero punto di rifermento nel tempo per molti.

Poi organizzando insieme a San Precario il NO GELMINI DAY e mobilitando tutta italia : annuncio il 1 settembre sul blog a scuola di BUGIE ed il il 5 successivo la mobilitazione con grande successo.

Matura poi nel tempo, in particolare dopo la sentenza sul Lodo Alfano, l’idea del NBD a tre mesi esatti di distanza dal No Gelmini Day

Erano pochi , fra gli altri San Precario, come dicevo, che si definisce “un tizio che nessuno conosce e che, vi garantisco, è un cittadino comune che lavora, rispetta le regole e le leggi e che è mosso dal desiderio di vivere in un Paese normale".

E poi oltre alla coppia già sperimentata nella giornata contro la Gelmini c’erano e ci sono tutt’ora altri eroi del web come Giuseppe Grisorio, Franz Mannino, Zio Elio, Tony Troja e il gruppo Freek.

Ma come si è passati da una idea semiclandestina che i primi tempi provocava sorrisi ironici e fastidi espliciti a quella che sarà sicuramente una giornata di svolta epocale per la stessa idea di partecipazione politica in Italia?

Questo è quel che dice San Precario che la vede così “come una straordinaria esperienza, come le pratiche innovative che ci hanno consentito di costruire questo percorso e che ci porteranno alla manifestazione del 5 dicembre; una manifestazione che, a mio avviso, avrà effetti importanti nel quadro politico e che sarà, per livello di partecipazione e di contenuti, tra le più importanti della storia della Repubblica“.

Io non sono in grado di spiegare l’alchimia magica che sottende a questi miracolosi eventi ma so bene che c’é una ragione, c’é qualcosa di sommamente giusto e razionale in tutto ciò.

Pensiamo in concreto alle forme della partecipazione politica, utilizzando come esempio gli aspetti logistici ed organizzativi.

Chi ha fatto politica sa l’importanza di permettere alla gente di ritrovarsi, mettere a disposizione risorse economiche e logistiche solide, collaudate e durature.

Questo è proprio il compito che la costituzione italiana affida ai partiti politici: l’articolo 49, secondo il quale tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere “con metodo democratico” a determinare la politica nazionale.

Non è questa la sede adatta per discettare del metodo democratico e del perché per ragioni storiche – talvolta giustificate altre volte un pò meno - molti partiti hanno spesso rifiutato nel corso degli anni di compiere fino in fondo il passo verso l’associazione riconosciuta, anche se si può tranquillamente affermare che lo scopo fosse quello di non esser sottoposti al controllo dello stato.

Se poteva esser giustificabile tale atteggiamento nel PCI antisistema degli anni ‘50 certo non lo era successivamente né per quel partito né per tutti gli altri perchè quello che era considerato un illegittimo controllo politico in realtà era e nel tempo sicuramente sarebbe stato per tutti solo ed esclusivamente un controllo a garanzia della democrazia interna, verificando in sostanza la compatibilità democratica degli statuti. E qui il riferimento è invece al partito azienda di Berlusconi.

Dico questo per ricordare ogni aspetto – anche quelli negativi – del partito come mezzo, come filtro politico tra lo stato ed il cittadino, un filtro che comunque ha funzionato nel tempo proprio con questo scopo : organizzare la partecipazione politica. Questo è quello che facevano una volta i partiti specialmente a sinistra connotandosi poi loro stessi per la partecipazione popolare alle scelte, alle lotte. Unire studenti ed operai, intellettuali e braccianti agricoli in unico idem sentire fu una delle caratteristiche principali delle stagioni di lotta ormai lontane nel tempo.

Oggi non c’e’ più, anzi da tempo manca questa funzione, le sedi dei partiti sono vuote e si riempiono solo in vista di elezioni. Come sempre quando c’e’ un vuoto politico per una legge fisica quel vuoto viene immediatamente riempito da altri. Ed andiamo alle dolenti note del berlusconismo, ma qui ci fermiamo, perchè il punto é che quel vuoto non può nè deve a tutti i costi esser riempito come lo è stato fino ad oggi.

C’é anche altro che può riempirlo questo vuoto, un mezzo neutro non un contenuto patologico.

Questi altri è il web e ciò è facilitato dalla natura stessa intrinseca del mezzo.

Difatti quella attività di filtro e di agevolazione alla partecipazione avviene sul web in pochi microsecondi, in maniera piena e consapevole, con modalità chiare e estremamente diffuse.

Basta scorrere le pagine locali su Facebook dedicate al «No Berlusconi Day» per rendersi conto di come prende forma una manifestazione dal basso: trovare le persone necessarie per riempire un pullman è un gioco da ragazzi, così come non è più un problema cercare la persona giusta per svolgere questo o quel lavoro. Qualcuno ha bisogno di disegnare un banner, lo scrive in bacheca e in un baleno arriva il grafico. Lo stesso accade per trovare le persone per scegliere la società dai prezzi più convenienti, o la tipografia a cui far stampare i volantini. Saltano le mediazioni, cambia il peso del tempo e dello spazio nelle relazioni (da http://unita.it/news/italia/91340/cos_nasce_una_protesta_dal_basso.)

Da tempo ormai internet permette di svolgere questa funzione con grande efficienza e funzionalità. La buona volontà, la velocità di ideazione ed esecuzione, la capillarità della diffusione delle informazioni, sono aspetti che rendono superabile ogni ostacolo , anche quello talvolta fastidioso e misterioso dell’anonimato.

Perchè si crea un lavoro che é in fieri, sicché work in progress diventa tale da selezionare di per sè i compiti e le aspettative, da specificare e professionalizzare il metodo prima ancora dei protagonisti. Ed in ultimo anche questi, rendendo l’anonimato di alcuni non più un ostacolo ma talvolta addirittura una risorsa, uno degli ultimi terreni adatti al frutto anarchico, uno sberleffo, professionale e quindi inattaccabile, alla autorità costituita.

Mi fermo qui perchè sono una mezza schiappa del web ma sento fortemente che nulla dopo il 5 dicembre 2009 sarà come prima.

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