Chi ha paura di un crocifisso?
Ci mancava anche questa: è bastato che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo proponesse (attenzione non ingiunge) di togliere dalle nostre aule scolastiche quel simbolo del Cristianesimo per dare ... il via a una valanga di dibattiti, salotti Tv, paginate di giornali, trasmissioni radiofoniche e altri bla bla bla, che già non se ne può più.
La querelle ha origine ben sette, dico sette, anni fa quando una coppia di genitori italiani, la moglie è di origine finlandese, ricorre all’Istituto scolastico statale “Vittorino da Feltre” di Abano Terme in difesa, per i propri figli, del diritto di non sentirsi cristiani.
In pratica la signora non voleva che i suoi figli fossero influenzati dal simbolo della cristianità che è nel crocefisso presente in quasi tutte le nostre scuole. Vistasi inascoltata la signora si è rivolta al Tribunale Europeo ed ha “avuto giustizia”.
Ha ottenuto infatti, come forma di indennizzo per i “danni morali” che avrebbero subito i suoi figli, cinquemila Euro dallo Stato Italiano.
Ma perché tanta determinazione e risolutezza, viene da chiedersi, per una questione che moltissimi genitori prima di questi ultimi hanno risolto educando con i propri comportamenti e valori, i figli alla laicità? E poi perché si prendono di mira le aule scolastiche e non invece gli altri luoghi come gli ospedali, i tribunali, le sale d’aspetto dove il simbolo della cristianità viene regolarmente esposto senza che i non-credenti se ne sentano moralmente offesi?
Il titolo: “Aristote au Mont Saint Michel” (autore Sylvain Gouguenheim, editore Seuil) dice già tutto: è nell’Abbazia di Mont Saint Michel e dal XII secolo che si traducono i primi testi di Aristotele e dunque si fondano le radici dell’Ellenismo e di riflesso, dell’Europa cristiana.
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