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Chi sono i parlamentari intoccabili?

Sei giorni fa, nello stesso giorno, la Camera ha negato alla magistratura l’autorizzazione a procedere nei confronti di tre "onorevoli" del PDL

Il presente articolo non vuole entrare in merito alle vicende giudiziarie dei tre depudati del PDL Carmine Patarino, Gianantonio Arnoldi e Altero Matteoli; vuole solo informare sul reale svolgimento dei fatti e manifestare preoccupazione per l’attuale procedura parlamentare che può facilmente ostacolare, con una votazione a maggioranza, i procedimenti giudiziari ai danni di esponenti della maggioranza di governo.

Primo Caso. Carmine Patarino 
Dalla relazione parlamentare di Domenico Zinzi (UDC): "La vicenda si inserisce nel quadro di un prolungato contrasto in ambito locale fra il querelante, l’ex senatore Nicola Putignano, e il deputato e consigliere comunale di Castellaneta Carmine Santo Patarino. Il Putignano [...] era impegnato nella realizzazione di un ampio polo turistico nell’area di Castellaneta, lamentando però veri e propri tentativi dilatori e ostruzionistici rispetto all’opera da parte dell’amministrazione del comune o di suoi specifici rappresentanti, a partire dal Patarino".
In seguito Putignano si lamentò con il sindaco e subito arrivò una lettera di fuoco di Patarino che denunciò di aver subito minacce da Putignano. Putignano, quindi, denunciò Patarino per quelle accuse. L’autorità giudiziaria ha già condannato l’onorevole Patarino a 16 mesi di reclusione per il reato di calunnia (ma per ora gode dell’immunità parlamentare - è in corso di svolgimento l’appello richiesto) e il GIP di Taranto ha rimesso alla Camera l’autorizzazione a procedere per il reato di diffamazione.

La Camera nega l’autorizzazione a procedere.


Secondo caso. Gianantonio Arnoldi
Per Arnoldi l’imputazione è di minaccia aggravata. La denuncia è del vice-sovrintendente della Polizia penitenziaria di Favignana, Massimo Luzzi, che ha testimoniato che l’onorevole Arnoldi si è presentato nel carcere con l’intento di incontrare una detenuta, in un momento in cui il regolamento del carcere lo vietava. Quando Luzzi ha fatto presente ad Arnoldi il divieto, questi, abusando del proprio potere, sempre secondo la deposizione di Luzzi, ha minacciato il pubblico ufficiale di farlo trasferire altrove.


E’ scioccante quanto dice alla Camera il relatore del PDL, Francesco Sisto, secondo il quale la legge permette ad un parlamentare di visitare un carcere senza autorizzazione. Sarà anche vero, ma la legge non permette di minacciare, per di più un pubblico ufficiale, cosa che fatta da un normale cittadino avrebbe pure l’aggravante.

Nella seduta si torna al lume della ragione con Antonio di Pietro (IDV), che afferma: "Pensare che questo Parlamento si sostituisca all’autorità giudiziaria per decidere se una minaccia abbia contenuto penalmente offensivo o meno, significa trasformare questo Parlamento in un tribunale dei giudici" (arbitrari, per giunta).

La Camera nega l’autorizzazione a procedere.

Terzo caso. Altero Matteoli
Ai tempi dell’accusa (2005) Matteoli era deputato e Ministro dell’Ambiente; ora è senatore e Ministro dei Trasporti. Un salto di qualità. Matteoli è accusato di favoreggiamento per aver informato il prefetto di Livorno Gallitto di un’inchiesta a suo carico per abusi edilizi. Se questo può esser considerato o meno reato ministeriale dovrebbe deciderlo il Tribunale dei Ministri ma, in barba all’art. 96 della Costituzione, lo decide la Camera con la maggioranza!

La Camera nega l’autorizzazione a procedere.


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