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1.15 Terremoto in Abruzzo la terra trema ancora. Alla ricerca del politico scomparso

All’1 e 15 circa questa notte la terra ha tremato ancora. Eravamo nella piana del Fucino, a poco più di 30 chilometri da L’Aquila ma l’abbiamo sentita distintamente. Non abbiamo diretta visione degli effetti. Ora sono le 8.00 e fra pochi minuti ci riavviciniamo alla zona centrale del sisma. Ripassando probabilmente ancora per la strada Celano, Rovere verso L’Aquila.
 
Dopo qualche ora di sonno è netta l’impressione di aver assistito a qualcosa di molto più tragico di quello emerso finora sui mezzi di stampa e televisione. Questa notte ci siamo letteralmente sbranati i tg nazionali e locali per capire cosa raccontavano loro di quello che avevamo visto noi con i nostri occhi. Come raccontare ad esempio la storia del gestore di una bocciofila che si è trovato a gestire un gruppo di venti anziani di una casa di riposo danneggiata? Come lo sguardo di un uomo che ha appena saputo che gli è morta la madre e ti chiede se per favore gli presti per un secondo il cellulare? Come raccontare il centro dell’Aquila deserto, pieno di macerie, spettrale, ma con tutte le vetrine della zona bene illuminate?

Inevitabilmente stiamo raccogliendo solo frammenti. E una percezione generale. Tutti sapevano che prima o poi sarebbe arrivata “la botta forte”. Lo si vede da come si sta comportando la gente. Niente panico, dolore sì, ma soprattutto consapevolezza. Era da dicembre che si susseguivano scosse sempre più intense e sempre più decise. La gente lo sapeva, se lo sentiva. E così è stato.

Siamo in tre a muoverci. Angelo Venti di Site.it, Marcantonio Lucidi e io di Left. Andiamo a caccia dei politici locali lettralmente scomparsi dalla scena. Il sindaco, il presidente della Regione e quello della Provincia. Non sappiamo se li troveremo. Ci saranno comunque le storie di questo popolo che vive la vita fuori dalla sceneggiatura di Porta a Porta da raccontare.

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