La presenza di crocifissi nelle classi non viola il diritto all'istruzione. Così ha deciso la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo, dando ragione all’Italia nella causa “Lautsi e altri contro Italia”.
La sentenza ribalta il primo grado che condannava l’Italia, spiegando che non è accertato il fatto che il crocifisso possa influenzare in qualche modo i bambini e scrive inoltre: “nel decidere di mantenere il crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche frequentate dai bambini della ricorrente, le autorità hanno agito nei limiti e nel quadro di cui dispone l'Italia prevedendo l'obbligo di rispettare il diritto dei genitori di assicurare la formazione secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche”.
La decisione, approvata con 15 voti favorevoli e solo 2 contrari, delude molto Massimo Albertini, il medico che aveva cominciato questa battaglia a Straburgo, vista soprattutto la prima sentenza. Soddisfazione, invece, da parte del Ministro degli Esteri Franco Frattini che dichiara: “Oggi ha vinto il sentimento popolare dell'Europa”